6 febbraio 1990, la partita di addio di Zico al Maracanà. Con il rimpianto Italia
Il 6 febbraio del 1990, al Maracanà e con la maglia del Flamengo, c'è l'ultima partita di Arthur Antunes Coimbra, al secolo Zico, il campione della gente. Centomila persone sono sugli spalti a Rio De Janeiro per vedere l'ultima esibizione dell'ex Udinese, diventato stella mondiale proprio con i rossoneri di Rio: nell'estate del 1983 finisce in Italia, con Milan, Roma e Juventus che possono acquistarlo, ma alla fine i rossoneri dicono sì solamente all'Udinese, appunto, accolto in aeroporto dai suoi tifosi.
Una grande cornice di pubblico, anche se quella in Italia fu una partita di addio densa di significato. Contro il suo alter ego argentino, quel Maradona appena arrivato nel calcio italiano. Tre volte calciatore sudamericano dell'anno, con la maglia del Brasile non ha altrettanta fortuna che con il club, lasciando a metà un'opera quasi dipinta su tela.
Chiude la carriera con un grande rimpianto, cioè Italia-Brasile 3-2 del 1982, al Sarrià di Barcellona. "Se avessimo vinto quella partita il calcio probabilmente sarebbe stato differente. Invece, dopo di allora cominciammo a mettere le basi per un calcio nel quale bisogna conseguire il risultato a qualsiasi costo, un calcio fondato sulla distruzione del gioco avversario e sul fallo sistematico. Quella sconfitta non fu positiva per il mondo del calcio. Se quel giorno avessimo segnato cinque reti, l'Italia ne avrebbe segnate sei, perché trovavano sempre il modo di capitalizzare i nostri errori". Dispiace anche a noi, Galinho, solo un po' meno.