19 luglio 1983, si riunisce la giunta del Coni. Darà ok per Zico all'Udinese e Cerezo alla Roma
Il 19 luglio del 1983 è una data a forti tinte verdeoro. Perché la giunta del Coni si riunisce a Roma per esaminare i ricorsi presentati da Udinese e Roma. Un passo indietro: il calciomercato chiude al primo di giugno (sic) e per Federico Sordillo, presidente della Federcalcio, l'acquisto di Zico è arrivato con ritardo rispetto al pattuito. Ora immaginate, sei anni fa, Gravina che si oppone all'arrivo di Cristiano Ronaldo, sembra fantascienza ma è capitato davvero, tanto che il numero uno della FIGC cancella l'acquisto, con un comunicato pubblicato nel pomeriggio del 2 luglio. Dura la reazione dell'Udinese, ma anche dei politici e dei tifosi che finiscono in piazza il 4 di luglio con lo striscione: "O Zico o Austria".
"Non può essere concessa l'autorizzazione all'acquisto di Zico perché gli oneri economici derivanti al club dalle intese sottoscritte a livello contrattuale non sono compatibili con le norme di carattere economico stabilite dalla presidenza federale e confermate dal consiglio federale". Ora, forse Sordillo era un visionario perché sarebbe stato il caso di vigilare diversamente sul calcio italiano, ma tutto è finito in cavalleria e ora stiamo ancora piangendo lacrime amare e i danni del Covid. Oltre a quello di Zico, anche l'acquisto di Toninho Cerezo subisce la stessa sorte.
A pensare male si fa peccato, ma è chiaro che Giulio Andreotti, tifosissimo della Roma, una manina l'abbia probabilmente infilata nell'affare, perché dopo la riunione della giunta del Coni, quattro giorni darà ragione all'Udinese (e alla Roma), con la notizia diffusa dalla Rai. L'Udinese ha vinto la sua battaglia contro il Palazzo, Zico diventa friulano e ci sono caroselli nel centro di Udine.