27 settembre 1984, muore Nicolò Carosio. Voce del calcio italiano per oltre 40 anni

Nicolò Carosio è stato per oltre quarant'anni la voce del calcio in Italia. Ha vinto due Mondiali, quello del 1934 e del 1938, come commentare radio, prima Eiar e poi Rai. Carosio nasce a Palermo nel 1907, a 25 anni propone alla Eiar la radiocronaca del derby di Torino, iniziando così la proficua collaborazione che non terminò praticamente mai, visto che rimase "esterno" per tutta la vita. Nel 1933 debutta con la Nazionale in un Italia-Germania, mentre nel 1934 racconta la sua prima Coppa del Mondo che, guarda caso, si gioca proprio in Italia.
Carosio fu di una longevità straordinaria, visto che ebbe il tempo di vincere anche i campionati europei del 1968 (come commentatore televisivo), trentasei anni l'inizio della sua carriera, anche se nella finale ripetuta - la prima era terminata in pareggio - la voce fu quella di Nando Martellini che, di fatto, gli subentrò poco dopo. In TV seguì anche la Coppa dei Campioni e fu il padre di parecchi neologismi attualmente molto comuni nel commento calcistico dei giorni nostri. Ovviamente commentò anche l'oro nell'Olimpiade di Berlino del 1936.
Per coincidenza scampa alla famigerata trasferta di Lisbona del Grande Torino, quella che porta - il 4 marzo del 1949 - allo schianto a Superga. Nel 1970, all'interno di Italia-Israele, "Rete! L'arbitro ha convalidato il punto. Però il guardalinee ha alzato la bandiera... L'arbitro aveva convalidato il punto e il guardalinee... no: niente convalida! Ma siamo proprio sfortunati!". Il guardalinee era etiope, ex colonia italiana, e sembra che Carosio parlò di una vendetta da parte del Negus. Una leggenda metropolitana? Difficile dirlo, ma lui non poté più seguire la manifestazione. Nel 2007 Poste Italiane ne ha celebrato i 100 anni dalla nascita, mentre il 27 settembre del 1984, a Milano, Carosio moriva per una crisi respiratoria.
