15 aprile 1992: gli anni d'oro del Grande Real... Alle spalle. Lentini esalta il Torino, finisce 2-0

Il 15 aprile del 1992 è una data che a Torino, sponda granata, ancora sognano. È probabilmente il secondo miglior momento dal post Grande Torino, dopo lo Scudetto di Radice in panchina con Pulici e Graziani in attacco. Al Delle Alpi gli uomini di Mondonico dovevano affrontare il Real Madrid. Non il più grande della storia, ma con cinque Liga vinte dal 1985 al 1992. Era il ritorno della semifinale, all'andata la sfida era finita 2-1 con gol di Hagi e Hierro a ribaltare l'iniziale 1-0. L'Italia però in quegli anni faceva incetta di Coppe e soprattutto di finali, quindi era un accoppiamento difficile, sì, ma non impossibile.
L'anno prima i granata erano passati dalla promozione in Serie A direttamente al quinto posto che valeva la UEFA. Nel 1991-92 invece ci sarà addirittura il terzo posto, ma anche la cavalcata in Coppa UEFA battendo Reykjavik, Boavista, AEK Atene, Copenaghen, fino appunto alla semifinale contro il Real Madrid. Il Toro, reduce da un derby vinto contro la Juventus - doppietta di Walter Casagrande che, fra l'altro, oggi compie gli anni (auguri!) - può contare su uno stadio tutto esaurito: 70 mila tifosi. I Blancos invece devono fare a meno del leggendario Hugo Sanchez, del croato Prosinecki e del decano Sanchis, tre calciatori di livello molto alto. Non che gli altri non lo siano, da Butragueno a Hagi, oppure Michel o lo stesso Hierro.
Quella sera però gli dei del calcio sono favorevoli solo al Torino. Probabilmente perché è Lentini a diventarlo. L'erede designato di Gigi Meroni va via sulla destra per Casagrande che propizia l'1-0 al minuto numero sette. Già così i granata passerebbero il turno, ma Lentini continua nel suo sfarfallare, stavolta sulla sinistra, mette in mezzo per l'accorrente Fusi che insacca con un conclusione forte e precisa. Probabilmente il Real Madrid pensava di passare per censo, ma a fare festa - anche in strada - è il Torino. Peccato la finale, con la sedia di Mondonico alzata al cielo di Amsterdam. Ma questa è un'altra storia.
