Aliberti: "Rifatte le fondamenta del Lecco. E intanto puntiamo a ottimi playoff"
Nel corso della diretta odierna di A Tutta C, trasmissione targata TMW Radio e dedicata al mondo della Serie C, è intervenuto il vicepresidente del Lecco Francesco Aliberti, che proprio in occasione dell'ultimo match di campionato si è presentato allo stadio in un modo insolito, con un trucco horror che ricordava il celebre pagliaccio It, nato dalla mente di Stephen King: "È stato un trucco che ho fatto fare da dei miei amici che lavorano del cinema, quasi due ore di lavoro, e ci tenevo a fare una bella figura nell'Halloween night che avevamo organizzato al 'Rigamonti-Ceppi' e che per fortuna è poi culminata con la vittoria. Fin da quando abbiamo preso la società in estate abbiamo cercato di ricompattare il tifo, sono felice e orgoglioso di poter dire che, per la Serie C, abbiamo fatto il record assoluto di abbonati del club, superando per altro quelli sottoscritti nella passata stagione in Serie B: siamo sempre stati attenti a organizzare eventi e cose per i tifosi, questa è la base di ogni progetto calcistico. E la risposta è stata finora positiva".
Effettivamente si pensa sempre al calcio come solo al campo, ma c'è molto altro. L'unione con il territorio è appunto fondamentale, sennò si fa fatica.
"Sono d'accordo. E anche il nostro nuovo tecnico, Volpe, ci ha subito detto che non vedeva l'ora di venire a Lecco per la bellissima curva che abbiamo, che non è una cosa proprio comune per il Girone A: abbiamo uno stadio piccolo e stretto, ma che rimbomba come una mini 'Bombonera', carica da paura. E questo ce lo disse anche Baldini. Da sottolineare infatti che, statistiche alla mano, il rendimento casalingo nostro è quasi perfetto, soffriamo di più in trasferta: avere dalla nostra i tifosi, avergli dato nuova fiducia dopo la bruttissima retrocessione, è stata una cosa importantissima per noi".
Non era facile ripartire. Perché oltre allo scollamento con il territorio vi dovevate confrontare anche con i postumi della citata retrocessione.
"Come obiettivo abbiamo dichiarato quello di voler fare degli ottimi playoff, siamo soddisfatti della classifica attuale ma speriamo di poter fare anche meglio: è vero però che ci sono squadre che soffrono molto la retrocessione, e credo che in quest'ottica sia stato fondamentale essere ripartiti quasi da 0 con un nuovo progetto tecnico. E in questo ci ha dato una grande mano il nostro Ds Minadeo, che ha gettato le basi del nuovo Lecco: ecco che sono state fatte numerose valutazioni sulla rosa sotto contratto, quelli che sono stati i nuovi acquisti, i prestiti, le giovani scommesse. Volevamo rifare dalle fondamenta la squadra, pur mantenendo però quasi tutti i veterani, come Celjak, Battistini, Lepore, Ionita: con la loro esperienza possono guidare i più giovani verso i risultati".
Accennava a mister Volpe e al Ds Minadeo: profili giovani. E non sembra essere una scelta casuale quella di aver svecchiato l'ambiente.
"Minadeo è stato uno dei tre profili sondati quest'estate, e anche gli altri due erano giovani e molto lanciati con ottimi risultati in C alle spalle, ma Antonio ci ha travolto con la sua energia positiva: abbiamo messo giù un progetto tecnico, e chiamato mister Baldini, dopo aver comunque fatto diversi colloqui. Ci ha fatto piacere vedere che tanti profili si sono proposti, abbiamo visto che la piazza era appetibile, e probabilmente noi come proprietà ci siamo presentati bene al calcio. È poi arrivato l'esonero, non certo a cuor leggero, ed ecco che abbiamo richiamato Volpe, con il quale eravamo rimasti in contatto dall'estate: è un profilo giovane, con idee ben chiare di calcio, un po' rivoluzionarie e atipiche per quella che è la Serie C. Speriamo sia la scelta giusta, ma ne siamo convinti".
Tornando alla scelta di Volpe: perché non è stato scelto in estate, e si è arrivati solo dopo a questa soluzione?
"Volpe è stato molto vicino in estate, abbiamo però poi fatto una scelta un po' imprenditoriale: tra i vari profili giovani, abbiamo scelto Baldini perché aveva una certa esperienza in categoria, non volevamo rischiare troppo con un profilo giovane. Scommettere così dal nulla, dopo aver preso il club e ristrutturato tanto dal punto di vista delle persone e delle strutture, era forse troppo rischioso, quindi abbiamo optato per un profilo più di sicurezza: non è andata come speravamo, anche se parliamo di una squadra che il tecnico ha lasciato all'undicesimo posto, ma la squadra ha valori più alti dell'undicesimo posto. Volpe poteva dare la scossa positiva, e l'ha data subito contro l'Alcione: vedremo poi il campo cosa dirà alla fine".
La vostra famiglia è alla prima esperienza nel calcio: perché la scelta di intraprendere questa strada, anche a livello suo personale?
"Noi dovevamo subentrare ai Di Nunno con una compagine americana, che si era palesata già dal campionato scorso, ma gli americani, per motivi che non abbiamo mai capito, si sono ritirati dalla trattativa. Eravamo rimasti soli, si sono fatti avanti altri soci sia italiani che stranieri, ma quando c'è stato da presentare la fideiussione per l'iscrizione, nessuno ha concretizzato: ecco quindi che mio padre ha depositato il tutto, rilevando poi l'intero pacchetto azionario del club. Avevamo voglia di salvare una società che seguivamo e apprezzavamo. Io sono appassionato di calcio e, nonostante lavori anche nelle aziende di famiglia, ho voluto provare questa esperienza, dove è coinvolto anche mio zio Michele, il fratello di mio padre".