Salernitana, Sepe e gli ex si sbilanciano :"Obiettivo serie A". A gennaio servono tre innesti
La società parla di un programma triennale basato sull'autofinanziamento, il direttore sportivo Gianluca Petrachi spera in una salvezza tranquilla e in una squadra quanto più vicina possibile alla zona playoff al giro di boa, il tecnico Giovanni Martusciello si concentra sul lavoro quotidiano ricordando che "siamo nati dieci giorni fa, c'è bisogno di tempo e dobbiamo restare con i piedi per terra mantenendo lo stesso equilibrio sia dopo una vittoria come quella di Palermo, sia dopo uno 0-0 casalingo con il Catanzaro". In casa Salernitana, però, il successo in terra siciliana ha scatenato l'entusiasmo della tifoseria e di un gruppo particolarmente unito che ha festeggiato quasi con le lacrime agli occhi sotto la propria curva quella vittoria attesa per un mese e che è arrivata in uno degli stadi più difficili d'Italia attraverso una grande prestazione e un finale fatto di sofferenza, concentrazione, organizzazione e tanta ferocia agonistica. Tutte quelle caratteristiche venute clamorosamente meno un anno fa, al punto da retrocedere con tre mesi d'anticipo a suon di record negativi. A Salerno si respira ora un'aria diversa: spogliatoio unito, proprietà che rinvia la cessione e che potrebbe tornare al gran completo allo stadio entro la fine del 2024, ds e allenatore apprezzati da tutti i calciatori e una tifoseria che garantisce mediamente 1500 presenze in campo esterno e 15mila in casa.
E ieri, per la prima volta, anche un tesserato ha parlato apertamente di "obiettivo promozione in serie A". E se la frase è pronunciata dal capitano, da uno dei più esperti e da un portiere imbattuto da oltre 300 minuti è ovvio che faccia ancora più rumore. Perchè Luigi Sepe, uno dei pochi superstiti dell'ultimo biennio, è uscito allo scoperto lanciando implicitamente un messaggio anche alla proprietà capitanata da Danilo Iervolino: "L'anno scorso sono state sbagliate tante cose, ora c'è una squadra completamente rinnovata e con tantissimi giovani di qualità destinati ad una carriera importante. Per il blasone della piazza e della tifoseria ritengo che la Salernitana debba lottare fino alla fine per tornare in serie A e aprire un ciclo importante nella massima categoria. Non sarà semplice, la B è un campionato difficile, ma abbiamo il dovere di crederci e di dare il 100% in tutte le partite". Più prudente, ma altrettanto ambizioso l'esperto difensore Gianmarco Ferrari, cui presenza al centro della retroguardia sta risultando determinante: "Non mi va di sbilanciarmi sull'obiettivo stagionale, di certo c'è che vedo una Salernitana che cresce settimana dopo settimana. Mi limito a dire che sto vedendo qualcosa di molto interessante e che ci sono tutte le componenti per vivere una stagione da protagonisti".
Anche tante vecchie glorie granata si sono strette al fianco della Bersagliera, al punto da garantire una costante presenza sia all'Arechi, sia in campo esterno. Ex calciatori come Giovanni Pisano, Francesco Galeoto, Roberto Breda, Luigi Vitale e Daniele Sciaudone hanno espresso un parere unanime: "E' vero che Sassuolo, Palermo e Cremonese hanno una marcia in più, ma la Salernitana è a tutti gli effetti una candidata per il salto di categoria. La rosa è competitiva, il direttore sportivo è una persona molto seria, l'allenatore ha dato gioco e identità pur lavorando in ritiro con un gruppo totalmente stravolto ad agosto e la tifoseria è una componente determinante, forse la migliore della cadetteria. Estromettere la Salernitana dalla corsa promozione significa commettere un grosso errore, con l'apporto del dodicesimo uomo nessun traguardo sarà precluso". E il doppio confronto ravvicinato con lo Spezia secondo e imbattuto e con una Cremonese sulla carta destinata a lottare per le prime due posizioni al netto del calo di queste settimane e del ribaltone tecnico potrà dire molto sulle effettive potenzialità di una rosa da big nell'undici titolare, ma che necessita a gennaio di un rinforzo per reparto per "allungare" la panchina e consentire al mister di avere alternative di qualità a propria disposizione.
E' del tutto evidente, ad esempio, che la Salernitana manchi di un altro difensore centrale di spessore dopo la partenza in extremis di Daniliuc. Anche perchè Velthuis, ad oggi, è stato il flop del mercato estivo targato Petrachi, senza dimenticare che Ruggeri è ancora fermo a zero nella casella delle presenze in campionato. A centrocampo, con la partenza assai probabile di Maggiore (resta in piedi il discorso con il Venezia, ma ci sono anche Parma e Genoa), servono almeno due rinforzi: un vice Amatucci e un mediano di interdizione che garantisca copertura alla retroguardia, ancor di più perchè Adelaide non sta dando garanzie dal punto di vista fisico incappando costantemente in infortuni di natura muscolare. In attacco, invece, c'è abbondanza sulle corsie laterali ma manca una seconda punta che, per caratteristiche, possa formare con Simy, Torregrossa e Wlodarczyk un tandem offensivo complementare. "Mi dicono spesso che devo schierare il doppio attaccante, ma la formazione non può non tener conto delle peculiarità dei calciatori a disposizione" h detto più volte Martusciello, al quale non dispiacerebbe neppure un trequartista che gli consenta di proporre quel 4-2-3-1 che è stato marchio di fabbrica nel suo recente passato professionale e che era idea principale quando accettò la guida tecnica della Salernitana a metà giugno. Naturalmente a gennaio si capiranno le reali intenzioni della società: Iervolino farà investimenti importanti dopo un'estate di incassi milionari o prevarrà la politica del "cedere prima di acquistare"? In quel caso sarebbe fortemente in bilico anche la posizione di Simy, in scadenza di contratto e legato al club da un contratto oneroso. Nel frattempo si proverà a piazzare altrove Valencia, virtualmente fuori rosa: per il cileno non è da escludere una risoluzione consensuale.