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Varane-Como ma non solo. Guardiola, Jardel, Futre: quando il campione va in provincia

Varane-Como ma non solo. Guardiola, Jardel, Futre: quando il campione va in provinciaTUTTO mercato WEB
lunedì 29 luglio 2024, 09:12Serie A
di Gaetano Mocciaro

Raphaël Varane al Como si candida a diventare il trasferimento più improbabile del mercato italiano, sessione estiva 2024. Nessuno avrebbe potuto pronosticare solo qualche mese fa questo binomio, associando il nome di un campione del mondo con la Francia nonché più volte campione d'Europa col Real Madrid. I lariani ci avevano già sorpreso un paio di stagioni fa con Cesc Fabregas, arrivato però a fine carriera e destinato in breve a far parte di un progetto più ampio. Lo stesso Fabregas che ha avuto un ruolo decisivo nell'arrivo del francese. Il centrale di difesa è solo l'ultimo in ordine cronologico dei trasferimenti più improbabili, almeno sulla carta, che hanno coinvolto dei campioni conclamati finiti dai maggiori tornei internazionali alla provincia italiana. Eccone alcuni

ZICO ALL'UDINESE
È l'esempio più clamoroso, il più grande giocatore brasiliano dell'epoca che decide alla soglia dei 30 anni di giocarsi le sue carte in Europa. Potrebbe farlo in qualsiasi big, sceglie contro ogni pronostico l'Udinese. Segna 30 gol in 54 partite, distribuite in due stagioni regalando magie e facendo sognare un'intera terra.

DRAGAN STOJKOVIC AL VERONA
Il trequartista serbo (allora Jugoslavia) è tra i campioni dell'Est Europa a cavallo degli anni '80 e '90, finisce nella classifica del Pallone d'Oro nel 1988, 1989 e 1990. Il Milan, dopo aver rischiato di uscire contro lo Stella Rossa, pensa ad acquistarlo ma ha la meglio Bernard Tapie col Marsiglia. In Italia ci arriva nel 1991, ma sorprendentemente al neopromosso Verona. È però un campione fortemente condizionato da problemi al ginocchio e la stagione non andrà nel migliore dei modi: 21 presenze, 2 reti e la retrocessione in Serie B

GHEORGHE HAGI AL BRESCIA
Gino Corioni andò molto vicino al suo acquisto già nell'estate del 1989 quando era presidente del Bologna. E si stava portando a casa il fuoriclasse dello Steaua Bucarest, finalista di Coppa dei Campioni. Ci riuscirà tre anni dopo, prendendolo niente meno che dal Real Madrid ma nel frattempo proprio Corioni aveva mollato il club emiliano per rilevare il Brescia. La Serie A è al top dello splendore e si può permettere trasferimenti di questo tipo, il 10 fa la differenza ma non basta a evitare alle rondinelle la retrocessione. Resterà incredibilmente anche in Serie B riconducendo la squadra dove merita, per poi trasferirsi al Barcellona grazie anche a un super Mondiale giocato negli Stati Uniti.

PAULO FUTRE ALLA REGGIANA
Siamo nel 1993 e il mercato di riparazione si fa a novembre. La Reggiana, per la prima volta in Serie A, non ha ancora vinto una partita ma clamorosamente trova l'accordo col Marsiglia per il trasferimento di Paulo Futre. Il trequartista portoghese solamente 6 anni prima era arrivato secondo nella classifica del Pallone d'Oro, dietro Ruud Gullit. Aveva vinto la Coppa dei Campioni col Porto e successivamente era diventato la stella dell'Atletico Madrid. Arrivato nella provincia emiliana, si presenta al "Mirabello" nella sfida contro la Cremonese, facendo vedere il suo immenso talento e trascinando i granata al primo successo in A, andando subito in gol. Nella stessa partita, però, un intervento folle di Alessandro Pedroni pone fine immediatamente alla sua stagione, condizionandone anche il resto della carriera.

PEP GUARDIOLA AL BRESCIA
A fine settembre 2001 la bandiera del Barcellona, Pep Guardiola, approda a Brescia. Trasferimento clamoroso, che arriva un anno dopo quello di Roberto Baggio. Il pubblico sogna, Carlo Mazzone invece che aveva fatto di tutto per avere Federico Giunti, stesso ruolo del catalano, la prende meno bene. Pep gioca, fa la differenza e l'anno successivo va alla Roma. Tempo sei mesi e rieccolo nuovamente a Brescia. Chiude con 25 presenze e 3 reti.

TORE ANDRE FLO AL SIENA
C'è stato un periodo in cui qualcuno ha osato persino chiamarlo "Flonaldo". Era l'estate del 1998 e la Norvegia avrebbe incrociato l'Italia ai Mondiali di Francia, serviva pertanto pompare più del dovuto gli avversari. Al di là dell'accostamento blasfemo con il fenomeno brasiliano, Tore Andre Flo era un signor attaccante che non a caso del Chelsea poi vincitore della Coppa delle Coppe era il centravanti titolare. Nell'estate 2003 arriva a Siena dopo che nel frattempo ha vestito la maglia dei Rangers e del Sunderland. I toscani si affacciano per la prima volta in Serie A e hanno preso pure Enrico Chiesa. Con cui compone una coppia d'attacco ben assortita. La punta scandinava nei suoi due anni in bianconero garantisce la permanenza in Serie A della squadra, segnando anche 15 reti in tutte le competizioni.

JARDEL ALL'ANCONA
Nel gennaio 2004 l'Ancona neopromosso in Serie A non ha ancora vinto una partita, nonostante una campagna acquisti importanti. Si prova a rivoluzionare di nuovo sul mercato e arriva tra l'incredulità generale Mario Jardel, due volte Scarpa d'Oro e numerosi titoli vinti in Brasile, Portogallo e Turchia. L'impatto è imbarazzante, si presenta al "Del Conero" completamente fuori forma e disorientato, tanto da andare a salutare i tifosi sbagliati, quelli del Perugia. Le poche presenze umiliano il suo passato. Chiude con 3 gettoni, l'ultimo dei quali a febbraio.

RAFA MARQUEZ AL VERONA
Quando arriva, nell'estate del 2014, è già al crepuscolo della carriera, tanto che la squadra di provenienza era il New York Red Bulls. Uno dei più grandi calciatori messicani di sempre, recordman di partecipazioni ai Mondiali nonché per sette anni giocatore del Barcellona. In gialloblù fa un'ottima prima stagione e gioca metà della seconda, vestendo anche la fascia di capitano, prima di fare ritorno in patria e chiudere la carriera.

JAVIER SAVIOLA AL VERONA
Come Marquez, anche l'argentino arriva a Verona nell'estate del 2014 ma il suo impatto è decisamente meno fortunato del messicano. Mandorlini non lo vede, gli concede solo le briciole. Gioca 4 partite da titolare quando il tecnico opta per il tandem con Toni e in un'occasione va in gol, decidendo la sfida contro l'Atalanta. Ma nel complesso il "Conejo", che al River Plate incantava e che aveva vestito anche le maglie di Barcellona e Real Madrid, ha fatto vedere troppo poco del talento mostrato in passato.

BACARY SAGNA AL BENEVENTO
Il 10 luglio 2016, Bacary Sagna vedeva sfumare il suo sogno di poter vincere gli Europei giocati nella sua Francia. Aveva giocato tutte le partite, senza saltare un solo minuto con i bleus a Euro 2016. Un perno per Didier Deschamps così come lo era per Arsene Wenger all'Arsenal, dove ha giocato per 7 stagioni, prima di trasferirsi al Manchester City. Con un curriculum simile chi si poteva immaginare di vederlo al Benevento? Succederà nel gennaio 2018, dove fa anche il suo nei sei mesi che ha a disposizione, segnando persino un gol. Ma nulla può per evitare la discesa della Strega in B.

SAMUEL UMTITI AL LECCE
Come Sagna, anche Umtiti ha un passato glorioso con la nazionale francese. Che se vince i Mondiali di Russia nel 2018 è anche grazie a lui e al suo gol siglato in semifinale contro il Belgio. In quel torneo il centrale è una colonna portante per Didier Deschamps nonché un perno del Barcellona. I problemi fisici però condizionano sempre più le sue stagioni, tanto che nel 2021/22 non vede praticamente mai il campo. Nell'ultima settimana di mercato del 2022 l'incredibile corvinata, con il Lecce che chiede e ottiene il prestito del giocatore. Indimenticabile il suo arrivo in Italia, col giocatore che si commuove in aeroporto dell'accoglienza dei tifosi salentini. Al netto dei problemi fisici, quando è in campo fa la differenza e aiuta la squadra a salvarsi.

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