Bari, la sterzata estiva non ha dato ancora i suoi frutti: e i fantasmi aleggiano ancora
Dopo un’annata disastrosa con la retrocessione in Serie C evitata solo in extremis grazie alla vittoria nei play out contro la Ternana in casa Bari ci si aspettavamo un deciso cambio di marcia, anche per le tensioni fra piazza e proprietà – acuite anche da alcune dichiarazioni di Aurelio De Laurentiis nel corso della passata stagione – che sono riemerse portando in più di un’occasione la tifoseria a chiedere il passaggio di mano (con lo sceicco del Kuwait che incombe sempre anche se al momento non ha approfondito la questione).
E così il club biancorosso si è affidato a un tecnico top per la categoria come quel Moreno Longo che aveva portato in Serie A il Frosinone nel 2017-18 e contribuito alla promozione del Como nella passata stagione prima che Cesc Fabregas lo sostituisse nonostante l’ottimo ruolino di marcia. Anche il mercato, a differenza di un anno fa, è stato di quelli sulla carta importanti. Oltre agli arrivi dal Napoli di giocatori in rampa di lancio – dopo un’ottima annata in Serie C - come Nosa Obaretin in difesa, Coli Saco a centrocampo e Lorenzo Sgarbi in avanti, sono arrivati calciatori di comprovata esperienza come Boris Radunovic fra i pali, Lorenco Simic e Valerio Mantovani in difesa, Nunzio Lella in mezzo al campo e soprattutto Kevin Lasagna, Andrea Favilli e Cesar Falletti in avanti.
Se sulla carta la squadra è di quelle importanti e competitive, sul campo finora i risultati sono stati molto magri: due sconfitte in avvio, di cui una pesantissima in casa con la neopromossa Juve Stabia che ha fatto riemergere i fantasmi, e poi due pari che sono serviti come un brodino caldo in vista di una pausa che mai come oggi arriva al momento giusto. La squadra ha mostrato ancora molti limiti in tutte le fase del campo con una difesa fragile, che ha già subito sei reti, e un attacco che ancora non ingrana e viaggia sotto la media di un gol a partita. Numeri che inchiodano il Bari in fondo alla classifica e che devono essere radicalmente migliorati per sperare di non ripetere il cammino di un anno fa.
Questi giorni, vista anche l’assenza di convocati nelle varie nazionali, serviranno infatti al tecnico per lavorare intensamente sui propri concetti e sul trovare l’amalgama di una squadra che ha tanti volti nuovi specialmente nell’undici titolare. Il ritorno in campo prevede la sfida casalinga con un Mantova che è partito alla grande e che rappresenterà subito un bel test per capire se in queste settimane Longo ha trovato il bandolo della matassa per cambiare marcia, regalare alla piazza quell’annata di riscatto che tutti si aspettano e allontanare quei fantasmi nefasti che ancora aleggiano sui biancorossi.