TMW - Spalletti: "L'Inter di Conte continua il mio lavoro. Non fate confronti"
"È stato un anno particolarmente intenso, una stagione per certi versi complicata. Forse è per questo che la classifica alla fine ha avuto anche più valore con il raggiungimento della Champions". Luciano Spalletti, ospite degli Italian Sport Awards - il Gran Galà del Calcio riservato ai migliori atleti del calcio della stagione calcistica 2018/2019 - ha parlato tra le altre cose anche del proprio futuro: "Pronto per un'altra esperienza? Fosse stato per me non avrei mai smesso. È facile parlare del mio futuro: ho bisogno di un'altra sfida come quelle degli anni precedenti. Vengo dallo Zenit, dalla Roma e dall'Inter, dove ci si doveva rimboccare le maniche per riuscire ad emergere da situazioni complicate e a far sì che potessimo stare sul pullman del più bel torneo del mondo che è la Champions".
A inizio dicembre c'è stato qualche contatto col Napoli?
"Penso che abbia scelto bene. Gattuso è un allenatore giovane, emergente, che sta mettendo a posto le cose. Io non sono stato contattato dal Napoli. Sono stato contattato dal Milan, come sapete dopo poco che ero stato esonerato. Poi è stato deciso di pagarmi rimanendo a casa e sono rimasto a casa".
Quindi non è stato un suo rifiuto.
"Ci sono stati dei ragionamenti dove poi il finale è stato questo qui. Si prende atto delle conclusioni a cui si è arrivati".
Discorso chiuso quindi?
"Sì, concluso perché loro hanno scelto un altro allenatore esperto e anche abbastanza giovane, almeno in confronto a me, come Pioli".
Lotta apertissima per lo scudetto.
"Da spettatore, vedo un bel campionato. Sicuramente la Juventus è avvantaggiata, ma l'Inter è fortissima e ha fatto risultati importanti, mi fa piacere che abbia dato seguito al lavoro che è stato fatto negli anni precedenti. Vedo che si va a cercare sempre il confronto, ma in questo caso qui si parla in termini di risultati e di obiettivi: avevamo i nostri e li abbiamo raggiunti. L'Inter di oggi ha i suoi obiettivi ed è in corsa per raggiungerli".
Le dispiace non aver potuto continuare all'Inter?
"Mi vede male, mi guardi meglio. Sto benissimo così: loro hanno fatto le proprie scelte, io penso di aver portato il mio. È una situazione molto differente: non va messo a confronto quel periodo e questo periodo, vedere chi ha fatto bene e chi ha fatto male. C'è un lavoro di continuità e mi sembra che l'Inter lo stia portando avanti nel modo più corretto possibile. Sono in linea con quelli che devono essere i risultati derivanti da questa crescita".
Obiettivo scudetto?
"Non lo chiedete a me, non sono adatto".
Tornerebbe a Roma in futuro?
"Non so cosa capiterà. Mi farà piacere se ci sarà da prendere delle posizioni importanti per ridare forza a un risultato e ridare soddisfazioni agli sportivi. Non so chi potrà avere bisogno: mi sembra che la Roma sia in buonissime mani. Anzi, mi sembra che Fonseca sia stato bravissimo: lui ha una cultura calcistica sua e l'ha adattata bene alla situazione di Roma".
Il "suo" Empoli ha cambiato tre volte allenatore in questo campionato. Come vede i toscani?
"Penso che abbia le potenzialità per risalire e andare a ricollocarsi in una classifica nobile. Non so quali siano state le difficoltà, però probabilmente l'esperienza di uno come Marino gli farà molto comodo: è abituato a questo tipo di situazioni, è un personaggio che conosce il calcio che vuole fare. E ogni volta che ci ho giocato contro ho avuto sempre grandi difficoltà: penso che l'Empoli abbia una squadra sicuramente giovane, ma con le potenzialità per risalire".
Con la Fiorentina invece ha avuto dei contatti?
"Io non sono di quelli che dicono di aver rifiutato questo o quell'altro. Se c'è una situazione si prende in considerazione e se ne parla. Io parlo di quello che mi è successo: l'unica squadra che mi ha cercato è stato il Milan, poi è andata a finire così. Non c'è stato niente di concreto".
Sarebbe una scelta di cuore andare a Firenze?
"La ringrazio. Ma non faccio come lei che va a gufare gli altri. Non ho bisogno di una panchina io. Sono a tentare di imparare a fare meglio il mio lavoro: il tempo va usato bene, perché passa per non ripassare più. E se si usa bene ci sta di crescere, di sapere qualcosa da portare a supporto delle idee che si hanno".
Nainggolan sarebbe servito a questa Inter?
"Non lo so. È un calciatore fortissimo, però io faccio delle scelte quando alleno una squadra, non quando non ne sono l'allenatore".
A pagare è sempre l'allenatore? Alcune scelte sembrano molto rapide.
"Non lo so. All'allenatore viene data una responsabilità importante: è un ruolo fondamentale per una squadra. Naturalmente è poi anche colui che ne paga le conseguenze. Le valutazioni si possono fare tutte, se sono cose avvenute giustamente oppure no. Ognuno ha la possibilità di giudicare quel che succede".
Ha avuto un margine di manovra inferiore rispetto a Conte?
"No, in quel momento lì non si potevano fare cose differenti: avevamo il fair play da rispettare. E il presidente Zhang ha fatto il massimo per le possibilità che c'erano. Ora ci sono altre possibilità e sta facendo altrettanto. La cosa fondamentale è dare soddisfazioni al popolo interista".
L'arrivo di Eriksen è paragonabile a quello di Cristiano Ronaldo alla Juve?
"Non so, ha sicuramente qualità importanti. Ben precise. E sicuramente Conte, se è andato a prenderlo, sa che gli potrà essere utile. Come l'Inter sa che gli potrà essere utile per quelli che sono gli obiettivi da raggiungere".
Andrà a vedere il derby?
"No, non vado a vedere il derby. Ho da fare in campagna".
Florenzi ha salutato la Roma. Cosa ne pensa?
"Purtroppo quando si lavora in un posto si ha a che fare con le cose di quel posto. E non si può accostare questo momento a un altro momento, è una valutazione che va fatta in tempo reale, dentro il contesto lavorativo del momento. Non so rispondere. Florenzi è sicuramente un buon calciatore. L'hanno dato in prestito, può darsi che anche lui abbia scelto di andare a giocare per trovare più spazio. Non sono come è andata".
Continuano i cori discriminatori contro i tifosi del Napoli. Ranieri si è scusato dopo quelli di ieri. Lei che idea si è fatto?
"Io penso che andare a vedere una partita in Inghilterra sia molto più bello: è uno spettacolo più godibile, è più semplice frequentare gli stadi. Non c'entra quella piazza, quel personaggio, quel dirigente, quel calciatore. Io dico che andrebbe dato meno spazio e meno visibilità: se si riuscisse a tenerli più rimpiattati, per così dire, invece di dargli troppa visibilità, probabilmente si riconoscerebbe più coglioni di quello che sono".