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TMW RADIO - Sabatini: "Io con Sarri? Mi piacerebbe, non alla Lazio"

TMW RADIO - Sabatini: "Io con Sarri? Mi piacerebbe, non alla Lazio"TUTTO mercato WEB
© foto di TuttoSalernitana.com
domenica 23 aprile 2023, 07:20Serie A
di Ivan Cardia
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Guelfi e Ghibellini la trasmissione che strizza l'occhio al calcio attraverso argomenti leggeri passando per la cucina la cronaca la attualità e la politica.
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"Il mio calcio furioso e solitario". S'intitola così il libro in cui Walter Sabatini ha raccontato la sua carriera. L'ex direttore sportivo, tra le altre, di Roma, Inter e Salernitana ne ha parlato a TMW Radio (in calce il podcast del suo intervento): "L'ho scritto perché vengo da un momento di grande inquietudine, non sono abituato nei mesi di giugno o luglio a stare senza lavorare. È un senso di vuoto per me, così ho iniziato a scrivere, poi il libro ha preso corpo e sostanza da solo".

Ha detto che si sente colpevole di tante cose, fra cui il mancato scudetto della Roma.
"È un rimpianto, che puntualmente si riaffaccia nella mia mente, anche se devo dire che è stato fatto tutto il possibile. Faccio riferimento all'anno di Rudi Garcia e poi quando è subentrato Spalletti: sono stati fatti 87 e 85 punti, ma non è stato vinto lo scudetto ed è una cosa che ancora oggi mi addolora. Adesso la Roma avrà altre soddisfazioni, magari già quest'anno con altre persone, con Mourinho, perciò i tifosi riescono ad andare avanti. Però quello rimane un rimpianto".

Cosa vorrebbe per il futuro?
"Solo essere me stesso in un'altra dimensione lavorativa. Succederà, c'è tanto calcio e c'è tanta vita: mi aspetto sempre il massimo, anche se non sono mai stato un ottimista nella vita".

C'è un progetto in Serie A che la intriga particolarmente?
"Il progetto siamo noi stessi, non ne esiste uno in cui ficcare il naso. Ognuno di noi rappresenta un progetto lavorativo e non solo nel calcio. Non è che mi guardo in giro e valuto i progetti in essere: io sono il progetto, lo dico senza arroganza ma è così perché ciascuno di noi rappresenta un progetto".

Tra i suoi giocatori uno a cui è molto legato è Pastore.
"Quello visto nella Roma è stato un Pastore in declino e mi rammarico molto. Quelli di Palermo era un giocatore sublime, pazzesco: ce lo siamo goduti, è stato uno dei giocatori che mi ha dato più gioia. A Palermo ci sono stati tanti grandi giocatori, per esempio Miccoli era un campione: quando giocavano lui, Pastore e Ilicic era fantastico".

Con Zamparini più amore che odio?
"Sì, io amavo Zamparini. Aveva un carisma incredibile, quando penso al carisma penso a lui. Aveva grandissima cultura calcistica, era un uomo molto generoso, devo dire imprevedibile e spesso furioso. Zamparini mi manca molto, devo dire: ho lavorato con tanti, ma credo che manchi al calcio. Ha dato tanto, ha mosso giocatori e squadre: è stato un presidente e un uomo meraviglioso".

Lei riuscirebbe ad andare d'accordo con Lotito?
"Ci ho lavorato, andando d'accordissimo anche se litigando tutti i giorni. È una maniera di convivere, dal litigio si può anche costruire. Però io non sono più l'uomo che può andare alla Lazio: ci sono stato ed è stato bello, però non è una cosa più proponibile ai tifosi della Lazio o della Roma".

Però con Sarri sarebbe una bella coppia…
"Una bella coppia di fumatori, anche se io sono un ex fumatore… Mi piacerebbe, in passato ci siamo sfiorati: quando io ero direttore sportivo dell'Arezzo, lui allenava a pochissimi chilometri".

Cosa ha rappresentato la gestione di Mourinho della gara col Feyenoord?
"Un momento di grande comunione con gli sportivi, con uno stadio intero. Non credo sia stata casuale: Mourinho sa sempre quello che fa, tant'è che la squadra nei supplementari è ripartita con un'altra marcia. Ha fatto un miracolo, a un minuto dal novantesimo la Roma era fuori e poi ha avuto una reazione meravigliosa, ribaltando uno scenario tragico".

Cosa pensa della Fiorentina?
"Anche lei ha avuto una reazione clamorosa, ottima, ha riportato la Conference a casa. È stata anche questa un'impresa per il nostro calcio: avere cinque squadre in semifinale in Europa è un'impresa vera del calcio italiano, vituperato da tanti ma sempre fortissimo. È il nostro sport, è lo sport popolare per eccellenza e saremo sempre competitivi rispetto a qualsiasi altro campionato. Io sento di farne parte e l'orgoglio di avere cinque squadre lì a combattere è enorme".

Cosa non ha funzionato nella Roma di Luis Enrique?
"Era un calcio potenzialmente stellare, ma molto difficile da capire e da portare avanti. È stato talmente stressante per lui che a fine anno ci chiese di andarsene: fare calcio a Roma è difficile per chiunque, ma per gli allenatori diventa una sorta di strazio. Luis veniva attaccato da tutte le parti, spesso deriso: non ha accettato di rimanere, con grande rammarico da parte di tutti noi che volevamo a tutti i costi che rimanesse, anche perché la statura morale di Luis Enrique è difficile da trovare".

Lo vedrebbe bene alla Juventus?
"Sarebbe una scelta meravigliosa".

Avrebbero la pazienza di aspettarlo?
"Io penso che questa Juventus di pazienza si sia abituata ad averne, certo che avrebbero tempo. A Barcellona non hanno dovuto aspettarlo anima pochi mesi in cui ha formato la squadra".

Però c'era una qualità superiore.
"È vero, c'era Messi e i grandi calciatori servono. Però sarebbe una scelta di grande livello, ammesso che la Juve debba sostituire Allegri e non sono così certo che accadrà".

C'è un talento che le sarebbe piaciuto scoprire?
"Ce ne sono tanti, non mi metto a fare questo tipo di conta perché sarebbe fastidiosa per me. Ma ce ne sono molti che avrei voluto vedere prima degli altri. In tempi recenti, per esempio, sarei stato orgogliosissimo di aver individuato e preso Kvaratskhelia, o Leao che però l'ha preso un mio allievo come Massara e sono molto contento per lui".

Secondo lei sarà possibile rivedere un altro miracolo tipo gli scudetti di Cagliari, Hellas o Sampdoria?

"Io penso di sì, perché sono un romantico del calcio. Aggiungo a quelle squadre la Fiorentina Yè-Yè, che impose il suo calcio al campionato e lo vinse. Penso che succederà di nuovo, quando arriverà una società con un buon roster e un grande allenatore sarà ribaltato ogni pronostico. Per questo disprezzo la Superlega: il calcio deve poter lasciare che le persone sognino di poter raggiungere grandi livelli senza sbarramenti: una squadra che parte dal basso non può essere sbarrata da un format, tutte devono poter ambire alla Champions".

L'allenatore più furioso oggi?
"Sono incerto tra Spalletti e Sarri".

La Juve pagherà la decisione Superlega?
"La prese Agnelli, che adesso è fuori e quindi non penso ci siano conti da saldare. Adesso c'è altro, c'è questa storia dei punti restituiti con i punti in sospeso. È una cosa che francamente mi innervosisce: non entro nel merito, mi dà fastidio la provvisorietà. È una cosa che nel calcio non si può sopportare: c'è un campionato in corso, ci sono obiettivi da inseguire e spero si risolva entro la fine del campionato. Invece la sensazione è che le cose saranno sistemate soltanto a fine campionato e sarebbe un disastro".

È stato un errore riportare Zeman alla Roma?
"No, ha fatto anche cose importanti per la Roma. Ha fatto giocare titolare Marquinhos, un ragazzino di 18 anni: ci vuole coraggio. Ha abituato Erik Lamela ad attaccare la porta, portandolo in doppia cifra di gol. Ha fatto tante cose importanti, poi non ci sono stati i risultati ma non lo vivo come un errore. A un certo punto abbiamo preso una strada negativa, ma il calcio non è solo risultati. E il tanto altro Zeman in quella squadra ce l'ha messa".

Che pena proporrebbe per un direttore sportivo che cerca di aggirare le regole e non scopre mai talenti?
"Le vedo come chiunque, non sono qui a fare il boia di qualcun altro. Quello che posso dire è che il calcio è una tragedia, difficile da interpretare e da vivere: bisogna essere generosi con chi lavora, l'errore è sempre in agguato".

Un ricordo di Sconcerti?
"È stato un mio amico, sono molto rammaricato per quello che gli è successo imprevedibilmente: stava bene e poi in cinque minuti ha lasciato tante persone".

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