Thuram dolorante ma entra comunque: Inter, in un cambio la fotografia dell’attacco

Quattro giorni a parte, un allenamento in gruppo, più di mezz’ora in campo. È la settimana di Marcus Thuram, che in Juventus-Inter si è seduto in panchina e poi è stato schierato nel secondo tempo da Simone Inzaghi, nella speranza di portare dalla propria una partita inevitabilmente finita in favore dei bianconeri di Thiago Motta.
L’impatto, gioco forza, non è stato indimenticabile. Buono, in verità, nei primissimi minuti, ma con il passare del tempo è diventato palese quanto il dolore alla caviglia sinistra -che i bordocampisti hanno raccontato Thuram si sia controllato nell’ora passata in panchina - condizionasse la sua prestazione.
Il suo ingresso, al posto di Taremi ancora inconcludente nonostante le buone intenzioni, è la fotografia dell’attacco interista. Se non segnano i titolari - e Lautaro per una sera è tornato ad avere le polveri bagnate - gli altri non riescono a non farne sentire la mancanza. È rimasto fuori, per la verità, Arnautovic decisivo con la Fiorentina. Ma i numeri complessivi restano quelli di un reparto squilibrato in maniera preoccupante. E non è finita qui: Thuram, pur non essendo un virtuoso del dribbling, resta l’unico giocatore a disposizione di Inzaghi con caratteristiche di strappo. Salta l’uomo, qualità sconosciuta praticamente a tutti i suoi compagni di squadra. A costo di essere ripetitivi, resta un tema in casa Inter.
