Sbagliare è umano, perseverare è giusto. Questo racconta la storia di Isaksen alla Lazio
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Da ieri sera se ne sono accorti sicuramente i tifosi del Milan, ma i meno distratti avranno notato già da un po' la tendenza che vuole Gustav Isaksen come elemento sempre più centrale nella Lazio di Baroni che, partendo con i gradi di underdog, vuole provare a far saltare il banco nella lotta ai vertici della Serie A.
I più avvezzi al mondo social, per descrivere il percorso di Isaksen nella Lazio, parleranno forse di 'Redemption Arc', ma la realtà è molto più semplice. E risponde a due aspetti fondamentali: il bisogno di tempo che molto spesso hanno dei giocatori che, come nel suo caso, arrivano in Italia da contesti stranieri molto differenti (Danimarca) e il fatto che nella vita si possano sbagliare delle valutazioni. Questo è quanto capitato più o meno con Sarri, il primo allenatore di Isaksen in Italia, che non sembrava granché intenzionato a puntare su di lui. Anzi. Poi però è arrivato Baroni ed è scoccata la scintilla, tanto da rendere il nazionale danese come uno degli esterni più in crescita dell'intero panorama calcistico italiano.
Proprio di questo ha parlato il suo allenatore Marco Baroni ieri sera in conferenza stampa dopo Milan-Lazio 1-2: "Quando all'inizio dicevo che la squadra andava lanciata, intendevo questo. Isaksen ha delle qualità individuali importanti, sta crescendo nella testa e sta diventando un giocatore determinante. Prima faceva delle buone cose, oggi ha fatto un lavoro egregio così come Zaccagni".
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