Sabatini: "Zeman silenzioso perché ha poco da dire, avevo ragione. Marotta? Affetto, non stima"
Walter Sabatini e Zdenek Zeman: due personaggi del calcio italiano, che non vanno particolarmente d'accordo. A tornare sul rapporto col tecnico boemo, negli ultimi giorni nuovamente ricoverato in ospedale a Pescara, è il dirigente, intervistato dal Corriere della Sera: "Gli mando un abbraccio, ma non c'è molto da chiarire. È stata una delusione capire che avevo ragione: i suoi famosi silenzi sono dovuti al fatto che non ha molto da dire. Come allenatore, comunque, gli ho visto fare cose di altissimo livello".
Nel corso della sua vita, Sabatini ha visto da vicino la morte: "Vero, nel 2018. Ma mi tormenta il coma farmacologico di venti giorni. Il ritiro? Mai, devo prima morire e non succederà neanche quello. Il calcio mi ha devastato, ma devo ancora prendere e dare qualcosa".
La chiacchierata si sposta sui grandi dirigenti del calcio italiano. Tra i quali Sabatini non cita Giuseppe Marotta: "Provo affetto per lui, dai tempi comuni di Varese. Ma non sono un suo ammiratore: io sono un provocatore, lui aggiusta sempre tutto. Io mi sono dimesso una ventina di volte, lui non l'avrebbe mai fatto".