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Reichart (CEO di A-22): "La nuova formula della Champions penso non piaccia ai tifosi"

Reichart (CEO di A-22): "La nuova formula della Champions penso non piaccia ai tifosi"TUTTO mercato WEB
mercoledì 20 novembre 2024, 10:53Serie A
di Tommaso Bonan
fonte Da Roma, Lorenzo Beccarisi

Nel corso del "Social Football Summit 2024", in corso di svolgimento allo Stadio Olimpico di Roma, è intervenuto l’amministratore delegato di A-22 Sports Management Bernd Reichart. Queste le sue parole: “Non credo che il calcio attuale si prenda cura dei tifosi, noi riteniamo che spesso mettiamo i tifosi al centro di tutto quello che facciamo. Io non ritengo che ci sia un’attenzione adeguata nei confronti dei tifosi, spesso i match e le competizioni non sono così eccitanti come dovrebbero essere e non richiamano l’attenzione dei tifosi. Ci sono sicuramente margini di miglioramenti, l’accesso all’industria del calcio è diventato estremamente complicato anche dal punto di vista economico.

Vengono richieste spese eccessivamente onerose per seguire la propria squadra del cuore e il calcio è diventato troppo costoso per i tifosi. In termini economici i tifosi si trovano a pagare sempre di più e tutto questo fa si che i tifosi si allontanino dallo sport perché ci sono alternative più economiche che li attraggono o devono sposare alternative come la pirateria, che era presente nel cinema e nella musica e ora lo è anche nel mondo del calcio. Sono soluzioni semplici da raggiungere ed economiche, noi invece vogliamo offrire in maniera gratuita una piattaforma per i tifosi, più aggiungere un abbonamento premium per avere un contatto diretto con la propria squadra del cuore.

Avvicinare i tifosi alla società permette di migliorare gli introiti perché aumenterebbe il merchandising e gli introiti da sponsor. Abbiamo visto quanto è facile cambiare religione e partner, per un tifoso è quasi impossibile cambiare squadra del cuore e dobbiamo sfruttare questa fedeltà. La nostra app promuoverebbe l’engagement con questo sport, potrebbero sfruttare tutti i contenuti e vedere tutte le partite, entrando anche a contatto con i giocatori. È un’app già esistente ed è un modo per tenere il calcio al passo con la tecnologia, vogliamo far si che il calcio resti al passo con gli sviluppi tecnologici per offrire uno spettacolo adeguato alle richieste dei tifosi.

Ci sono piattaforme enormi come Netflix, Amazon e Disney, ma ci sono anche piattaforme come NBA e NFL che stanno giocando un ruolo più importante per distribuire a livello mondiale il proprio brand e il proprio brand. Questo ha offerto enormi potenzialità di crescita, ad esempio il calcio femminile ha bisogno di visibilità e un’applicazione simile sarebbe straordinaria per lo sviluppo del calcio femminile. Ci sono delle leghe nazionali che stanno cercando di lanciare delle piattaforme di streaming per coprire diverse aree del mondo, ma è molto difficile partire dal mercato nazionale per sviluppare queste applicazioni. L’industria del calcio tende a riconoscere minimi introiti ai broadcaster, l’idea è quella di trasmettere i più importanti match a livello europeo così che possano unirsi centinaia di migliaia di tifosi per poi creare un modello anche a livello nazionale. Servono soluzioni alternative, io provengo dal settore dei media e gli sponsor nel mondo del calcio sono cresciuti tantissimo.

La UEFA parla di cinque miliardi di tifosi nel mondo, forse è un milione ambizioso, si parla di 400 milioni e credo sia un numero più credibile, gli scenari a cui stiamo pensando sono diversi. Penso possiamo puntare a un pubblico vicino alle 700 milioni di unità. Credo che la sentenza ha permesso di comprendere meglio la nostra iniziativa, la sentenza parla del format della nostra iniziativa e che va preso in considerazione per cambiare la struttura attuale del calcio internazionale. È difficile per i club europei diventare maggiormente globali, una competizione gestita direttamente dai club potrebbe aiutare in tal senso. La sentenza porta i club a non dover temere più penalizzazioni. Ci sono ancora club che pensano a un’idea monopolista del calcio e non riescono a sposare queste nuove proposte. Anche se la loro posizione sia contraria, credo che in futuro avranno il diritto di informarsi su quella che è la nostra proposta.

La nuova formula della Champions penso non piaccia ai tifosi e non piace neanche a me. Se ogni club gioca in modo sconnesso rispetto ad altri club, senza affrontare le stesse avversarie e poi si ritrovano in un’unica classifica non funziona. Manca il concetto di partite in casa e in trasferta, sta creando ancor più partite sconnesse tra di loro. Secondo la UEFA servono 7.6 punti per passare alla fase successiva, ma forse questo è l’aspetto più difficile da capire per i tifosi. Devono essere i club a decidere la formula più adatta di competizione, non deve essere imposta da qualcuno. Noi vogliamo avere un consenso quanto più univoco possibile. L’idea originale era quella di creare una libera concorrenza proponendo nuove idee, l’idea non era quella di distruggere qualcosa di esistente ma di proporre qualcosa di innovativo.

Il format che abbiamo proposto a dicembre è frutto degli input dei vari club, ma essendo una proposta è soggetta a discussione e revisione. È importante quanto consenso raccolga ogni idea, basti pensare alla nuova Champions. Noi stiamo cercando di vedere quanto consenso avrà questo format, che al momento sembra riscuotere grande successo. Credo che un calendario non debba essere imposto dall’alto, bisogna coinvolgere giocatori e i club che sono i datori di lavoro dei calciatori. Il processo deve essere più trasparente, stiamo facendo in modo che i club abbiano maggiore visibilità anche potendo gestire la propria rosa come meglio credono. Non credo che ci debba essere un’associazione che decide tutto il calendario e il format di tutte le competizioni. Roma non è stata costruita in un giorno, sicuramente ci serve una certezza giuridica e l’abbiamo raggiunta. Ci serve poi il consenso dei tifosi e la sostenibilità per i club a livello economico e la necessità di creare connessioni dirette con tutto il mondo. Ora dobbiamo cercare di dialogare con i club per far si che possano collaborare nel migliore dei modi. Dobbiamo creare una versione unificata che sposi le volontà di tutti”.

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