Platini: "Juventus, la Champions era fondamentale. Ora servono acquisti importanti"
Ospite della 19ª edizione della Golf Cup della fondazione Vialli e Mauro, Michel Platini ha parlato della Juventus e della sua stagione ai cronisti presenti. Queste le parole raccolte da TMW: "La Juventus ha finito terza, oggi quello che è importante è essere in Champions, ha fatto il suo lavoro. Non ha fatto una gran cosa non essendo campione ma ha fatto quello che doveva fare", le prime parole di Le Roi.
Le piace Thiago Motta come allenatore?
"Non lo conosco, come giocatore è stato un buon giocatore. Quello che ha fatto al Bologna è stato bello visto da lontano".
La Juve ha bisogno di pochi o tanti innesti sul mercato?
"Ha bisogno di soldi per fare acquisti importanti".
Il suo nome è ancora molto apprezzato in Italia...
"Ho vissuto 5 anni meravigliosi qui in Italia e a Torino, ho fatto tanti gol perciò la gente si ricorda di me".
Come vede da esterno il calcio italiano?
"Il calcio italiano a livello di club sta tornando importante, a livello di nazionale le ultime prestazioni a livello di qualificazione mondiale sono state negative, invece agli Europei avete vinto, dunque non so, ma a livello di club sta risalendo bene".
Da ex presidente UEFA, come valuta la querelle Superlega?
"Non si può non cambiare, è normale che arrivi una Superlega, se i giudici europei dicono che può arrivare arriverà, sono tanti anni che i club non vogliono più partecipare alle competizioni Uefa e vogliono organizzarsi le coppe da soli. Poi dire se piace o no non cambia niente, tanto si farà. La cosa positiva è che non sarà chiusa, se arriverà sarà con tre divisioni".
Visto il contesto, come ricorda Gianluca Vialli?
"Vialli è stato sempre un ottimo ragazzo, tranne quando giocava a golf contro di me… quando l’ho conosciuto meglio l’ho valutato molto bene. Ha creato questa cosa con Massimo Mauro (la Fondazione Vialli e Mauro, ndr), ha lasciato qualcosa di bello nella sua vita. Mi fa piacere partecipare a ciò che ha lasciato, alla sua eredità".
Passiamo agli allenatori. Come valuta la tendenza degli ex giocatori ad essere subito catapultati sulle panchine delle grandi squadre?
"Sì ma alla fine vince Ancelotti... Il mondo gira, gli allenatori invecchiano, ne arrivano altri, arrivano altri presidenti di società e fondi che vogliono creare qualcosa di nuovo".
Perché Ancelotti vince sempre?
"Perché è bravo. Però Ancelotti vince sempre perché è al Real Madrid, se lo mettiamo al Nancy non so, non penso che vincerebbe".
La favorita degli Europei?
"Per ciò che vedo Francia, Portogallo e Inghilterra sono le squadre che hanno i mezzi per vincere. Poi c’è la Germania che gioca in casa, con Spagna e Italia che possono arrivare in fondo".
Ha voglia di tornare nel mondo del calcio?
"Io conosco i dirigenti di ieri e oggi, la loro preoccupazione è di fare sempre più denaro. Dunque faranno delle competizioni per fare denaro, io ho sempre avuto l’ambizione di fare le competizioni per dare un po’ di gioia al pubblico e fare delle belle competizioni, e quando tu fai belle competizione alla fine arrivano i soldi. Se ho voglia di tornare? No, vorrei accompagnare qualcuno che ha le mie stesse idee ma da solo no, non ce la faccio più".
Un ruolo di consulente della Juventus le piacerebbe?
"No, non voglio più stare in un club, non faccio parte di un club da quando ero vicepresidente del Nancy negli anni ‘90, non sono più allenatore da 40 anni, non sono calciatore da 45 anni. Ci sono tante cose da fare per il bene del calcio, se trovo qualcuno che la pensa come me posso aiutarlo".
La Juve ha un posto nel suo cuore?
"Sì, sempre. Lo dico in Italia, quando sono in Francia dico Nancy.. (ride, ndr)".