Milan, Serafini: "Club debole con le istituzioni. Difendersi è un diritto da esercitare"
C'è però un'altra faccia della medaglia di cui voglio parlare: per scelta, il club non è impegnato politicamente, sia in ambito statale che sportivo. E' un appunto che faccio con grande sincerità e trasparenza: con le istituzioni siamo deboli.
Siamo poco presenti ai tavoli, nelle sedi, sui media, persino nei ristoranti...
Non sto parlando delle proteste per gli arbitraggi, quello non è un modo che mi appartiene e non appartiene di norma neanche al Milan. Farsi valere, pesare, ottenere rispetto è anche la conseguenza dell'intervenire attivamente nel sistema, sia a livello italiano che europeo. Non sono io che devo consigliare alla dirigenza un modus operandi: è l'apparato che lo richiede.
Non solo e non tanto per evitare tonnellate di fango che vengono rovesciate quotidianamente con sfaccettature, dettagli e precisione chirurgica, ma anche per tenere la melma all'altezza del collo e poter respirare.
Difendersi è un diritto che la società deve esercitare.
Mi ha scritto un signore che il Milan dovrebbe chiedere i danni, se l'inchiesta in corso si dovesse rivelare una bolla di sapone (cosa di cui sono convinto): è una provocazione estrema, la prendo come tale, perché penso invece che bisognerebbe agire preventivamente nelle sedi opportune. Con energia.