Marani: "Perché dovremmo ridurre le squadre in Serie C?". E lancia un messaggio alla A
Matteo Marani, presidente della Lega Pro riconfermato nella carica nei giorni scorsi, ha rilasciato una lunga intervista al Corriere della Sera. Di seguito i principali passaggi: "Ci vuole cultura, quella che aveva Artemio Franchi. La cultura porta visione, importante per fare riforme non più rinviabili. Vorrei portare nel calcio ragazzi che hanno studiato e conoscono le lingue, serve una nuova classe dirigente, giovane. E mi sono già dato da fare: il nuovo consiglio di Lega Pro è per metà al femminile".
Prosegue quindi Marani: "Divisi non andiamo da nessuna parte, dobbiamo cercare unità. Come durante il Covid, quando abbiamo remato tutti dalla stessa parte". Sul ruolo della Serie A, che rivendica la volontà di farsi guida del movimento, dice: "Legittimo, ma non può pensare solo ai propri interessi. Se vuole essere la locomotiva, si deve preoccupare dei vagoni".
La Serie C può ridurre il numero delle sue squadre? Ribatte Marani: "Perché dovremmo? Non si può chiedere di tagliare il 30% delle società mentre altri non vogliono calare neppure del 10%. Alla Lega Pro siamo unitissimi, questa aria la respiriamo tutti i giorni. Le seconde squadre sono la prova della nostra disponibilità a ragionare di sistema". Prosegue ancora Marani: "Dobbiamo dialogare anche per risolvere una questione cruciale, quella del vincolo a 16 anni. Senza, il vivaio italiano chiuderà bottega". Per le elezioni in FIGC appoggerà Gravina? "Non è solo una questione di nome, vogliamo capire i programmi". E sulla sostenibilità, Marani si esprime così: "Stiamo organizzando tavoli di lavoro per inserire il Salary Cap, studiamo il modello Abodi quando era presidente della Lega B. E tutti dovranno mettere i conti sotto controllo".