Lukaku out, Spalletti: "Può esser peggio. Tra Ibra e Messi, i miei preferivano lo svedese"
Torna la Nazionale di Luciano Spalletti, attesa dalle due sfide di Nations League contro Belgio (giovedì a Roma) e Israele (lunedì prossimo a Udine). Il ct dell'Italia è intervenuto in conferenza stampa da Coverciano parlando di vari temi: "Che esame è il Belgio? E' un bell'esame, è una squadra forte. E' una tra le più forti a costruire la linea difensiva, sono davvero forti dal punto di vista della qualità e delle conoscenze di gioco. E' vero che manca Lukaku, ma hanno gente che si butta nello spazio che può diventare ancora più imprevedibile. Lukaku è Lukaku, ma a volte un giocatore che non dà riferimenti più metterti ancora più in difficoltà. Spesso mi sono divertito a chiedere ai miei difensori: meglio marcare Ibrahimovic e Messi? E tutti o quasi tutti ti dicono quello fisico perché hanno possibilità di toccarlo. Tedesco è un grande, ho avuto possibilità di conoscerlo e fa vedere di essere un allenatore che ha le sue idee, non si lascia influenzare da qualche lamentela. Sarà una bella gatta da pelare".
Lukaku ha rinunciato al Belgio, Vlahovic alla Serbia. Ma questo giocare tanto non può penalizzare la Nazionale? Casuale il fatto che si stia subendo qualche gol di troppo?
"Bisogna valutare le singole situazioni, va valutata in maniera profonda. Penso sempre in generale che per me la Nazionale è un'emozione permanente. E' troppo, va bene, ma anche per i calciatori sembra sia bello, stamani li ho ritrovati felici. Poi bisogna anche crederli anche ai calciatori: Kean era qui vicino e l'abbiamo fatto venire per vederlo ed effettivamente sta male alla schiena, quindi è inutile tenerlo qui. Ma Gatti ad esempio l'abbiamo lasciato a Torino. Poi se uno non vuol venire si lascia fuori, si chiama un altro: ripeto, vanno valutate le singole situazioni. Sulla difesa: è vero che abbiamo preso gol, ma la squadra nelle ultime gare era disposta bene in campo. Io ho l'urgenza di dimostrare agli italiani che possono essere orgogliosi di noi e per questo bisogna dimostrargli attaccamento, voglia e disponibilità, ovvero come hanno fatto ultimamente".
Come si pone su questi rigorini che vengono assegnati?
"Ieri ho visto Fiorentina-Milan con Rocchi e lui per tutto il tempo ha fatto valutazioni, fa bene il suo lavoro. A me rimane difficile entrare dentro il lavoro di altri: ci sono delle gestioni che a seconda dell'utilizzo ti crei vantaggi o difficoltà. Per ora si stanno creando delle difficoltà e bisogna stare attenti, altrimenti non hai margini. Dal mio punto di vista vedere continuità nel gioco, l'accettare qualche contrasto va bene. I contatti sono tanti, ma ci vuole sempre un impatto, non è la stessa cosa. E le valutazioni vanno fatte dal direttore di gara e dal VAR che rivede l'azione anche a velocità normale. Io sarei curioso di fare l'arbitro perché lascerei andare molto".
Quello dei troppi rigori è un problema italiano?
"Non lo so... Può essere la pressione, l'errore di valutazione: anche per la classe arbitrale la gestione del mondo del calcio è davvero dura".
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