Lecce, Giampaolo: "Miglior partita, ma manca concretezza in attacco"
Marco Giampaolo, allenatore del Lecce, ha analizzato ai microfoni di Dazn il pareggio a reti bianche contro il Genoa, sottolineando la buona prestazione della sua squadra, pur con qualche rammarico per la mancanza di concretezza sotto porta. "Abbiamo fatto probabilmente la miglior partita statisticamente parlando, ma non si è tramutata in pericolosità offensiva", ha ammesso il tecnico.
Il Lecce ha fatto tutto quello che c'era da fare, sia in fase difensiva che offensiva, mantenendo sempre gli equilibri giusti. Mancava forse un po' di densità in area di rigore?
"La tua lettura è giusta, confermata anche dai numeri. Abbiamo fatto probabilmente la miglior partita statisticamente parlando, ma questo non si è tramutato in pericolosità offensiva. Buon predominio, baricentro alto… tante cose fatte bene come non ci era mai capitato, cose non nelle nostre corde. Però tutto questo non si è tradotto in pericolosità offensiva. La partita più difficile è quella di oggi, perché dovevamo proporre qualcosa per vincere. Ecco perché ritengo sia stata la migliore del Lecce e la più difficile delle altre che abbiamo giocato finora. L'unica volta che siamo andati in vantaggio è stato con il Monza dopo tre minuti. Invece oggi, per 95 minuti, abbiamo dovuto proporre, cercare di far gol, mantenere gli equilibri, perché il Genoa è una squadra pericolosa, come dimostrano le statistiche delle ultime trasferte".
È preoccupato per questa siccità offensiva? Ha idea di come risolvere il problema? È un allarme rosso o fa parte di un percorso? Con l'arrivo di Karlsson, è un aspetto su cui si può lavorare?
"Stavo analizzando la partita e i numeri. Questa supremazia, questo 60% di possesso palla, questi 13 minuti nella metà campo avversaria, sono numeri che fanno parte del DNA di questa squadra, anche per le caratteristiche che ha. Il Lecce si è assunto dei rischi, ha cercato di manovrare quando c'era da manovrare, è stato verticale quando c'era bisogno di esserlo. Quella supremazia non si è tramutata in grande pericolosità offensiva. Non siamo stati concreti nel realizzare, ma questo non mi preoccupa affatto, è un dato puramente statistico".
Pierret oggi è sembrato un altro giocatore rispetto a Como. Cosa ne pensa?
"Il ragazzo, quando sono arrivato, era fuori per infortunio. Quando è rientrato, l'ho utilizzato da difensore centrale perché eravamo carenti e, quando devi fare partite 10 contro 10, qualcuno devi mettere dietro. Lui era l'unico che si prestava. A Como aveva fatto 5 allenamenti da centrocampista, con tutto quello che ne derivava dal suo rientro. Questa settimana, invece, si è allenato sempre lì, nel suo ruolo. Mi è piaciuto per personalità, ha riempito il campo, ha saputo giocare la partita. È stato bravo rispetto a Como, dove aveva delle attenuanti".