Le pagelle della Juve - Allegrata a Firenze. Il primo Miretti non si scorda mai, Kostic quanto basta
Risultato finale: Fiorentina - Juventus 0-1
Szczesny 6,5 - C’è da sporcarsi i guantoni al ventesimo, la parata della mezz’ora richiede che sfoderi il meglio dal campionario dei riflessi. Bene anche sulla successiva punizione, sul lungo andare il lavoro per lui viene meno.
Gatti 6,5 - Finisce la partita come unico della difesa ad essere stato ammonito, ma sul prato del Franchi ha fatto capire perché ad Allegri piaccia così tanto. Quando c’è da tenere la linea bassa e ringhiare, sa fare il suo mestiere.
Bremer 7 - Stravince il duello del primo tempo contro Beltran, applicando una marcatura vecchio stile che quasi impedisce i movimenti all’avversario. L’argentino finisce stritolato nella sua morsa, stesso discorso applicabile anche a Nzola.
Rugani 6,5 - Ha dalla sua un dato statistico che vede la Juventus praticamente impossibile da perforare quando c’è lui in campo. E al Franchi trova un’ennesima conferma: il suo non sarà un profilo che accende gli animi, ma quanta affidabilità.
McKennie 6 - Ormai per Allegri fa l’esterno destro a tutta fascia, che nella partita odierna significa abbondanti porzioni di partita da quinto della difesa. Si applica e, senza colpo ferire e senza errori, porta a casa la pagnotta della sufficienza.
Miretti 7 - Sceglie una partita tutt’altro che banale per trovare il primo gol della sua carriera in Serie A, lo insacca con il fare del centravanti di rapina più che dell’instancabile mezzala, panni che riveste per il resto del tempo in cui rimane in campo. Dal 61’ Cambiaso 6 - Travestito da mezzala da Allegri, ormai agli occhi dell’allenatore juventino apparirà come un coltellino svizzero. Nel finale trova modo anche di rendersi pericoloso.
Locatelli 6 - Tanta solidità e ruvidezza, pochi fiocchi quando ha il pallone tra i piedi. Più che il regista fa il mediano, cosa che in più di un’occasione già gli è capitata in questa stagione. Flirta con l’ammonizione a lungo, appunto.
Rabiot 6,5 - Deve condurre le danze all’interno di un centrocampo che, per scelta o per effetto, ha il pallone tra i piedi per pochissimo tempo. E quindi tante rincorse all’indietro, ma anche la gamba per portare avanti le transizioni. Come sul gol.
Kostic 6,5 - L’intraprendenza di Gonzalez lo costringe a lavorare da terzino per ampi tratti, in avanti scappa via alla morsa di Parisi in due o tre momenti in tutto il primo tempo, uno di questi basta per servire a Miretti il pallone giusto.
Kean 5,5 - La Juventus non lo rifornisce tanto quanto vorrebbe, tocca fare di necessità virtù. E in realtà gli riesce solo in (piccola) parte, troppo spesso finisce imbottigliato negli imbuti di manovre spente. Un passo indietro rispetto alle ultime. Dal 68’ Vlahovic 5,5 - L’accoglienza che gli riserva il Franchi è di quelle destinate ai peggiori nemici, lui si sforza di non sentire. Prova a caricarsi con qualche gesto, lascerà poche tracce.
Chiesa 5,5 - Prima volta che si presenta al Franchi da avversario, probabile che abbia pagato un po’ di emozione. Non trova così di frequente spazio per scatenare il suo sprint, il momento della sua uscita viene salutato da copiosi fischi. Dal 68’ Milik 6 - La Juventus è tutta schiacciata negli ultimi trenta metri della sua metà campo, per lui che proprio scattista non è si prospetta finale tosto. E infatti soffre, ma almeno fa salire i suoi.
Massimiliano Allegri 6,5 - Partenza come nel libro dei sogni del tecnico bianconero di Livorno: vantaggio quasi immediato e possibilità di inserire la modalità gestione. Presto, forse troppo presto visto che qualche rischio la Fiorentina arriva a provocarlo. In realtà però sarà l’Allegrata per eccellenza: 80 minuti di gestione del vantaggio, senza grandi patemi.