Le grandi trattative dell’Inter - 1962, La Freccia Nera Jair: il turbo di Herrera
Quando si parla di brasiliani all’Inter, solo (o quasi) sorrisi. Viviamo l’anteprima della nascita della Grande Inter, un’Inter capace di creare un modello per tutte che quelle che verranno. La prima, per valori, intensità e trofei, dominante a livello internazionale. Una ventata nuova, quanto profonda, che porta il nome di Helenio Herrera. Il Mago. Fallimentare - si fa per dire, laddove la proprietà gli chiede di vincere subito - al primo tentativo quando arriva terzo in campionato e pure al secondo quando taglia il traguardo alle spalle del Milan. Nell’estate del 62’ il tandem Moratti-Allodi, giusto perché la pazienza era finita, concede un ultimatum al tecnico scelto per spazzare via il dominio dei cugini, diviso con la solita Juventus. L’Inter prende Burgnich a ridosso del via del torneo. Parte male, poi si riprende, poi si ammala di pareggite. La Juve a dicembre vince il derby d’Italia ed è campione d’inverno. Bisogna intervenire, ancora.
Intanto, gira voce che il Milan mette in prova tale Jair da Costa, ala arrivata dalla brasiliana Portuguesa in cerca di sogni in Italia, dopo la conquista (da riserva) del Mondiale in Cile. Gira voce però che, dopo un paio di test, i rossoneri lo scartano in maniera definitiva: “è troppo gracile”, diranno. Allodi lo osserva e a gennaio decide di ingaggiarlo per due spiccioli. Si tratta del primo calciatore di colore a indossare la maglia interista, il primo in generale in Serie A. Con lui, sulla sponda nerazzurra del naviglio, sbarca pure un certo Di Giacomo che da lì a fine stagione segnerà 11 reti. Decisive. L’Inter muta, Herrera disegna un 4-5-1 con Picchi libero davanti a Sarti e torna a volare in campionato. Jair segna dopo appena due minuti dal suo esordio a Marassi contro la Sampdoria e dà il via alla rimonta che porta al primo scudetto della nuova proprietà. Il brasiliano è un treno, anzi una freccia. La Freccia Nera. Così lo ricorderanno, con la doppia cifra in appena cinque mesi. Tra i fondamenti della Grande Inter che con e grazie a lui vincerà quattro scudetti, due Coppe dei Campioni e una Coppa Intercontinentale.