Le grandi trattative del Genoa - 1989, colpo Aguilera: il "Pato" e i balletti nel mito di Anfield
Se dici Carlos "Pato" Aguilera, ripensi ad Anfield. Quella magica notte di ormai 28 anni fa quando una sua doppietta permise al Genoa di Osvaldo Bagnoli non solo di accedere alle semifinali di Coppa UEFA ma di essere la prima squadra italiana ad espugnare il tempio, il mito, di Anfield. Aguilera però non è soltanto Liverpool. E' molto di più. E' rapidità, imprevedibilità, senso del gol. Un attaccante che trovò all'ombra della Lanterna in Tomas Skuhravy il suo partner ideale. L'attacco di un Genoa capace di classificarsi al quarto posto nella stagione 1990-91 e capace di far sognare l'anno successivo i propri tifosi riuscendo nell'impresa che viene celebrata, ancora adesso, come la notte degli "Eroi di Anfield".
Trio dal Penarol - La sua avventura in rossoblu inizia nel 1989. Il Genoa del professore Scoglio aveva conquistato la promozione in Serie A vincendo il campionato. Il presidente Spinelli punta tre giocatori del Penarol: i primi due sono José Perdomo e Ruben Paz. Il terzo è un ancora 24enne che in dieci gare con i Carboneros ha realizzato 10 reti. Carlos Aguilera. A quei tempi in squadra dovevano esserci solo tre extracomunitari e per questo motivo O scio Aldo nicchia. Ruolo importante nella trattativa lo ebbe l'agente del giocatore, Paco Casal, che riuscì a convincere il presidente a portare a Genova anche il "Pato".
L'esplosione nel 90-91 - Nella prima stagione realizzò "soltanto" otto reti in 31 partite, ma l'anno successivo ci fu l'esplosione quando al suo fianco arrivò il gigante boemo. Nel 90-91 Aguilera è una macchina da gol: 15 marcature in 31 gare e le porte dell'Europa che si spalancano. Il resto è consegnato ai libri di storia, con il balletto sotto la Gradinata Nord formato trasferta ad Anfield di fronte alla Kop. In una notte che non verrà mai dimenticata dai tifosi.
La cessione al Toro - A fine stagione la dolorosa separazione e il suo passaggio al Torino che porta ancora adesso strascichi di polemica. Come da lui ammesso in un'intervista a Il Secolo XIX, il numero uno del Genoa fu costretto a cedere il "Pato" ai granata anche per le pressioni di Craxi, vicino all'allora presidente del Torino Borsano. Una cessione effettuata non a cuor leggero da Aguilera che da sempre ha dichiarato amore ai colori rossoblu. Un amore ricambiato e che mai finirà.