La sostenibile leggerezza del talismano Mkhitaryan. E l'Inter con Zielinski raddoppia

Va come un treno che di fermarsi non ha alcuna voglia. Pochi cori stanno bene come quello dedicato sta addosso a Henrikh Mkhitaryan. La certezza granitica dell'Inter, nonostante le 34 spente a febbraio. Non è solo il centrocampista più impiegato in stagione da Simone Inzaghi, ma anche il giocatore di movimento più utilizzato in assoluto nell'annata nerazzurra. E di straordinari ne avrà ancora da fare.

Talismano. E non solo. Inzaghi, che vive di tattica, studio e passione per il calcio e i suoi uomini, ma pure i suoi riti, ne sa qualcosa anche di scaramanzia. Aveva Mkhitaryan al fianco in conferenza stampa l'anno scorso, quando l'Inter ha alzato la Supercoppa, e così tra un'ora e mezza l'armeno prenderà ancora una volta la parola insieme all'allenatore da Riyadh. Poi, gli toccherà giocare, come sempre. Dei tre totem della mediana interista, infatti, quello il cui impiego in semifinale è più incerto è Barella: diffidato, salterebbe la prossima di campionato in caso di ammonizione. Così, potrebbe toccare a Frattesi. Con Calhanoglu e Miki, ça va sans dire.

E l'Inter vuole raddoppiare. Un po' in extremis e un po' a costo zero, la dirigenza aveva tentato la mossa in estate con Davy Klaassen. Quasi cinque mesi dopo, si può dire che l'olandese non abbia rappresentato quello che poteva essere: una sorta di clone di Henrikh, classe e abnegazione al servizio della squadra. Nessuno gliene fa una colpa, ma avanti andare. Così, per l'estate, è già apparecchiato il colpo Piotr Zielinski: il polacco non ha ancora comunicato ai suoi attuali compagni l'addio, ma lo spogliatoio del Napoli l'ha già subodorato e capito. Vale più di mille conferme. Con lui, a prescindere dall'abbondanza e da quello che sarà il mercato della bella stagione, l'Inter ha più garanzie di provare il raddoppio: due giocatori di esperienza, di qualità, di disponibilità. Poi chi giocherà lo sceglierà Inzaghi, che oltre a essere scaramantico di solito riesce pure a far esprimere al meglio il capitale umano messogli a disposizione.