L'Inter non ha più paura: un anno fa Inzaghi avrebbe vinto la partita di Bergamo?
Non è stata solo sofferenza. Perché, al netto della superiorità sbandierata da Gasperini nel post partita, l'Inter ha vinto a Bergamo, dove nessuno era riuscito nell'impresa, con merito. Alcuni dati: 1,33 xG degli ospiti contro 1,09 dei padroni di casa, quattro tiri in porta a testa. Nella prestazione, la verità è che le due squadre sono andate molto vicine. La differenza l'hanno fatta i dettagli e la tempra della squadra.
Un anno fa Inzaghi avrebbe vinto? Schiacciata tra gli impegni di campionato e di Champions, "costretta" dalle sue buone prestazioni a essere padrona del proprio destino. Diciamo la verità: la trasferta con la Dea, in altri tempi, sarebbe stata la perfetta occasione per il più classico suicidio calcistico dell'Inter. E invece, nove vittorie su undici, niente clean sheet ma poco male. Al di là del fatto che pure nella stessa stagione le partite con l'Atalanta andarono in modo molto simile - due 3-2 in favore dell'Inter - e che quindi da questo punto non vi sia grande notizia, la vittoria di ieri ci sembra la fotografia di quanto la squadra sia cresciuta, come pure il suo tecnico che non sbaglia più neanche un cambio, uno dei tanti argomenti utilizzati per criticare Inzaghi in passato.
Manifesto Asllani. A proposito di cambi. I protagonisti del 2-1 di Bergamo sono stati tanti: Lautaro, Calhanoglu, Darmian. I soliti noti. Una sostituzione più di tutte, però, racconta cosa sia la nuova Inter: un anno fa, in vantaggio di un solo gol e con gli attaccanti di Gasperini alle porte, Inzaghi non avrebbe mai inserito il giovane albanese al posto del faro turco. L'ha fatto e ha avuto pure ragione, perché l'ex Empoli, come del resto era successo con la Roma, è entrato benissimo e ha pure propiziato l'espulsione di Toloi. L'Inter è diventata grande, non a Bergamo, ma a Bergamo l'ha dimostrato. E adesso non ha più paura di nessuno, neanche di se stessa.