Jonas Rouhi è il terzo giovanissimo che Motta manda in campo. C'è un cambio di filosofia
Savona, Mbangula, prossimamente anche Adzic. Eppure il prossimo titolare della Juventus è Jonas Rouhi, che oggi giocherà la sua prima partita dal primo minuto, approfittando dello stop per far respirare Cambiaso, ma anche di un problemino riportato da Juan Cabal dopo le partite della Nazionale. Rouhi è arrivato in Italia nel 2020, quando di anni ne aveva appena sedici, poco prima del Covid. Era anche costato discretamente, visti i 250 mila euro spesi per un teenager che era stato poi accorpato ai giovanissimi. Sarà da verificare in una difesa a quattro, ma ha certamente una grande capacità di calcio. L'anno scorso ha giocato 32 partite con la Next Gen, arrivando fino ai playoff, con due gol e due assist.
È però la filosofia quella che colpisce. Perché Thiago Motta non ha problemi a far giocare i più giovani, a testarli, pure in una squadra già forte. Forse è proprio questa la chiave: avere sei-sette giocatori di altissimo livello a cui affiancare anche qualche calciatore che può fare sbagli perché poi aiutati dagli altri. Se poi i giovani hanno qualità riescono ad assorbire molto più rapidamente rispetto agli altri.
Potrebbe essere un qualcosa di vincente. Una scelta alla Barcellona che spesso inserisce i migliori giovani, dopo avere fatto "mercato" con loro negli anni precedenti. Alla Juventus vincere è l'unica cosa che conta? Forse è un retaggio vecchio, ma Thiago lo ha ben presente in testa, pur facendo giocare più giovani del solito.