Inter, com'è cambiato Marcus Thuram. Clausola tra plusvalenza e spada di Damocle

I campioni sono così. Si presentano con un vestiario discutibile al ritiro della Francia e fanno incazzare Jerome Rothen. Ma Marcus Thuram è un campione? E se sì, che tipo di campione è? Sul primo interrogativo, il sospetto che la risposta sia positiva c'è già dall'anno scorso: sin dal suo arrivo all'Inter, l'attaccante francese ha dimostrato di sapere cambiare ruolo e anche di risultare dannatamente efficace nelle nuove vesti. In pochissimo tempo ha fatto dimenticare sia Dzeko che Lukaku. In questa nuova stagione, sembra vestire con maggior ragione i panni del finalizzatore. Lo suggeriscono i sette gol segnati, che ne fanno il miglior marcatore a disposizione di Simone Inzaghi in questo avvio di campionato. E anche altri dati.

Per capire come sia cambiato il calcio di Thuram, arrivato a Milano che faceva l'esterno offensivo e diventato sempre più "nove" col passare del tempo, abbiamo provato a confrontare, grazie a Comparisonator, i dati di questo avvio con quelli dello scorso campionato. Ovviamente, il confronto parte da due campioni molto diversi - trentacinque giornate contro sette - ma il riferimento alla media per partita resta significativo.

La prima chiara differenza tra una stagione e l'altra è relativa alla heath map di Thuram, che potete trovare nell'immagine in calce: se l'anno scorso svariava per l'intero fronte offensivo, in queste prime sette giornate ha occupato con maggior stabilità il ruolo di centravanti puro. Sono in crescita molti dati legati al gioco offensivo, anche considerando secondario il fatto - perché probabilmente si avvicinerà da qui a fine campionato - che sia passato da una media di 0,37 gol ogni 90' a una di 1 gol a partita. A salire sono gli xG media (0,54 ogni 90' contro 0,38), come pure il numero di tiri nello specchio, forse il dato più significativo: 1,86 ogni 90 minuti contro 0,71. È un incremento del 160 per cento.

A scendere, viceversa, sono statistiche legate a chi gioca più lontano dalla porta: i dribbling riusciti calano da 1,49 a partita a 0,86; scendono anche i recuperi del pallone (da 2,34 a 1,86) e il numero totale di passaggi (da 17,77 a 13,57). È rilevante il calo del numero di azioni di squadra riuscite: dalle 3,8 in media a partita nella scorsa stagione alle 1,14 attuali, con un crollo del 70 per cento. Fatta la tara alla già citata differenza quantitativa, sono indizi che il gioco di Thuram - che si mantiene abbastanza vicino alla stagione precedente dal punto di vista degli assist - si stia avvicinando a quello di un nove puro. Manca un po' di continuità (le sette reti sono arrivate in tre partite, nelle altre cinque non ha trovato il gol), ma i presupposti sono lì.

Il passaggio da buon attaccante di supporto a bomber da venti reti, se andrà in porto, accenderà ulteriormente i fari del mercato sul figlio di Lillian. Vi abbiamo raccontato come il Paris Saint-Germain, che nelle ultime settimane ha spedito osservatori a seguirlo, lo stia monitorando per un assalto nella prossima estate. Al momento, il suo contratto con l'Inter, in scadenza al 30 giugno 2028, prevede una clausola di poco superiore agli 85 milioni di euro. Una medaglia a due facce: da un lato, essendo arrivato a zero, rappresenterebbe una clamorosa plusvalenza per la società di viale della Liberazione. Peraltro, a un prezzo non troppo lontano dalle stime di mercato: su Transfermarkt, Thuram è valutato 65 milioni. Dall'altro, l'esistenza di una clausola mette l'Inter sotto una spada di Damocle: se e quando il PSG - o chi per esso - metterà sul piatto quella cifra, la dirigenza nerazzurra non avrà margini decisionali. A meno di non avviare le discussioni per un rinnovo ed eliminare la clausola.

*Comparisonator è uno strumento di confronto dei dati sul calcio, provenienti da 271 campionati professionistici in tutto il mondo, che confronta giocatori e club utilizzando oltre 300 parametri differenti.