Immobile guida l’Italia da capitano: dalle polemiche alla (meritata) fascia
Con la fascia al braccio. Alla guida dell’Italia. Ciro Immobile, dopo l’addio di Mancini, torna un punto di riferimento nella Nazionale con l’arrivo di Spalletti, che gli ha dato subito un’immensa fiducia consegnandogli la fascia da capitano. “Lo sarà fino all’Europeo, poi vedremo. Per me il capitano è chi si fa rispettare nello spogliatoio, è amico di tutti, è generoso, è apprezzato anche dai rivali”, ha detto Spalletti.
Un riconoscimento giusto e corretto per un giocatore che ha fatto la storia della Serie A (è l’unico italiano ad aver vinto 4 volte la classifica marcatori, meglio di lui solo Nordahl con 5) e della Lazio ma che in azzurro, soprattutto il tipo di gioco di Mancini, non è mai riuscito a incidere come con i club. Un riconoscimento doveroso anche per l’atteggiamento di Immobile, che nonostante sia stato criticato in maniera esagerata non ha mai pronunciato una parola fuori posto sulla Nazionale. Anzi, ha rifiutato i soldi dell’Arabia anche per non salutare la Nazionale.
È un esempio, Ciro. Un giocatore partito da lontano, dai campi di periferia, conquistando tutto col sudore e col sacrificio. Chi quindi meglio di lui può far capire ai giovani che si trovano in Nazionale per la prima volta l’importanza della maglia azzurra? E la necessità di dare sempre il 100%? Ha pensato di lasciare la Nazionale, è vero. Ma dopo un confronto con Mancini, il campione d’Europa a Wembley Immobile ha deciso di fare marcia indietro e di dare di nuovo la propria disponibilità per la causa azzurra. L’anno scorso non andò benissimo per via dei suoi tanti infortuni, che gli hanno compromesso la stagione con la Lazio. Oggi spera di aprire un nuovo cerchio, con la fascia al braccio.