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Il caos dei contratti in scadenza e i nodi da sciogliere. Emblematico il caso di Smalling

Il caos dei contratti in scadenza e i nodi da sciogliere. Emblematico il caso di SmallingTUTTO mercato WEB
© foto di Antonello Sammarco/Image Sport
giovedì 21 maggio 2020, 11:30Serie A
di Simone Bernabei

Mentre il calcio italiano prova faticosamente a ripartire, nelle prossime settimane rischia di scatenarsi il caos contratti. Il nodo principale riguarda i calciatori col contratto in scadenza il 30 giugno e quelli in prestito fino alla stessa data. La FIFA già nelle scorse settimane ha dato indicazione di prolungare tutti gli accordi di questo tipo fino al nuovo termine della stagione (in Italia fissata ieri al 31 agosto). Quelle della FIFA sono solo delle indicazioni, il massimo organismo calcistico mondiale non può emanare norme generali visto che ogni paese ha il proprio diritto del lavoro e ogni federazione le proprie norme.

Come si può uscire da questa spinosa situazione? Federazioni e leghe dovranno procedere autonomamente, ma i problemi restano, spiega il Corriere dello Sport. Infatti se un giocatore a scadenza 30 giugno decide di non prolungare fino al 31 agosto perché già d’accordo con un’altra società può farlo senza problemi. Non potrà essere obbligato a farlo. Ma potrà raggiungere la nuova squadra solo l’1 settembre, data d’inizio della prossima stagione, rimanendo fermo dall’1 luglio al 31 agosto. Discorso identico per i prestiti: una squadra potrà negare l’allungamento del prestito fino al 31 agosto ad un’altra società, riprendendosi così il calciatore che però non potrà scendere in campo pur venendo pagato.

Il caso Smalling - Quello del difensore inglese è un caso emblematico che potrebbe far capire bene le complessità anche per quanto riguarda tanti altri giocatori in Serie A. Smalling è tesserato con la Roma fino al 30 giugno, ma di proprietà del Manchester United che potrebbe trovarselo contro in Europa League. E i Red Devils, per non rischiare di doverlo affrontare, potrebbero richiamarlo alla base dall’1 luglio (pur senza farlo giocare). Un ragionamento che appunto potrebbe essere applicato ai tantissimi giocatori in prestito fra le varie squadre di Serie A.

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