Hamsik: "Porte del Napoli sempre aperte, me l'ha detto ADL. Ecco perché il no a Calzona"
L'edizione odierna de Il Corriere dello Sport propone una lunga intervista a Marek Hamsik, ex centrocampista del Napoli. Di seguito alcuni dei passaggi principali. Dice Hamsik di avere con De Laurentiis "un ottimo rapporto umano e professionale". E poi: "Va solo ringraziato per quello che ha costruito partendo dal fallimento. Merita solo applausi". Quindi lo slovacco esprime anche la sua 'hit parade' degli allenatori che ha avuto: "Devo dire grazie a Reja per avermi lanciato, ma ho preso qualcosa da ognuno. Con Sarri, però, mi sono goduto il calcio più che con gli altri. All’epoca conobbi anche Calzona, era il suo primo collaboratore". E come compagno più forte mai avuto sceglie Lavezzi: "Un onore giocare con lui, ci sentiamo spesso. Mi piace ricordare anche Zielinski". Un altro suo amico è il connazionale Lobotka: "In questo Napoli è un intoccabile, ha le chiavi del centrocampo".
Quindi Hamsik torna sul desiderio di Calzona di averlo con sé nel suo staff tecnico per gli ultimi mesi della passata stagione a Napoli: "Ho voluto restare con famiglia e figli e curare la mia Academy. Però l'esperienza con lui in nazionale è fantastica, sto imparando tanto: è un maestro, un modello e un amico insieme". Ancora tifoso del Napoli, non può proprio non parlare di Conte: "Scelta forte della società, un allenatore di enorme esperienza e di successo. Sappiamo tutti chi è e come lavora: è il nome giusto dopo la situazione che si è creata nella scorsa stagione". Dettosi dispiaciuto della vicenda che si è creata con Osimhen, Hamsik approva il sostituto Lukaku: "Un grande centravanti, può fare tranquillamente 20 gol".
E ancora, ricorda una promessa di De Laurentiis: "Mi ha detto che quando mi sentirò pronto, le porte del club saranno sempre aperte per me. Io mi vedo più allenatore, per diventarlo del Napoli credo ci voglia ancora un bel po'". Gli azzurri possono diventare l'anti-Inter? Dice Hamsik: "Sì, ma lasciandogli il tempo di lavorare. La squadra è cambiata tanto, il percorso è cominciato ora". Un grande rimpianto? "Lo Scudetto perso con Sarri. Quel giorno a Firenze, chi lo dimentica. Anche il secondo anno di Serie A è stato difficile. Momento più bello? Forse la Coppa Italia vinta con la Juve nel 2012".