Gravina: "Urgente trovare un equilibrio tra costi e ricavi. Europeo 2032? C'è ottimismo"
Il presidente della Figc Gabriele Gravina, in una lunga intervista al Corriere dello Sport, ha parlato dello stato di salute del calcio italiano e di diversi argomenti a esso correlati.
La gente pensa che il calcio viva in un mondo discostato dalla realtà, con perdite fuori controllo e spese faraoniche.
"Il valore della produzione del calcio è aumentato del 24% rispetto alla stagione precedente, raggiungendo 4,3 miliardi. Tuttavia, il settore ha registrato perdite per 5 miliardi nelle ultime 5 stagioni. È urgente trovare un equilibrio tra costi e ricavi, altrimenti non c’è futuro. Ci sono però anche aspetti positivi".
Quali?
"Grazie al calcio sono stati creati 11,3 miliardi di Pil, generandone 3,3 di gettito fiscale. A questo si aggiungono le progettualità sociali che hanno un impatto straordinario sulla collettività".
Serie A a 18, playoff, riforma delle retrocessioni in B e in C. I format dei campionati sembrano scomparsi dalle agende.
"Avevo preparato un dossier molto articolato, ma la discussione si è arenata perché alcune leghe non hanno voluto rinunciare al cosiddetto diritto d’intesa. Al momento è tutto fermo, inutile girarci attorno".
Siamo nel calcio delle 80 partite l’anno e dei calendari ingestibili. C’era davvero bisogno del Mondiale per Club a luglio?
"In economia si parla di legge dell’utilità marginale decrescente: se metti troppo prodotto sul mercato, perdi di interesse. Così il calcio è inflazionato e le risorse dei diritti tv si spostano verso le competizioni internazionali a discapito di quelle nazionali. Spero che il Mondiale per Club porti benefici al sistema, ma di sicuro si gioca troppo".
Grandi tornei anziché competizioni locali: non è la logica che ha ispirato la Superlega?
"Parliamo di un torneo che di super non aveva nulla, che ha sbagliato tempi e modi imponendo un modello senza dialogo. Non mi rappresenterà mai".
Capitolo stadi: rischiamo davvero di perdere l’Europeo del 2032?
"Le regole Uefa sono chiare: entro ottobre 2026 dobbiamo indicare cinque stadi con progetti finanziati e cantierabili per l’ammodernamento o la nuova costruzione entro la prima metà dell’anno successivo. Abodi si è detto ottimista e dopo lo straordinario lavoro per l’assegnazione dell’evento all’Italia non voglio nemmeno pensare che non si arrivi pronti a queste scadenze".