Castagne al Leicester, l'intermediario Gardi: "È vero, c'erano Arsenal e PSG"
Timothy Castagne dall'Atalanta al Leicester è stato uno dei trasferimenti più rilevanti di questa sessione di mercato. 22 milioni di sterline alla Dea, Brendan Rodgers ha voluto e scelto il belga per continuare a far volare gli esterni delle Foxes. Una trattativa i cui retroscena George Gardi, manager internazionale e partner di Pini Zahavi, ha deciso di raccontare in esclusiva a Tuttomercatoweb.com.
Come è nata l'idea Leicester, per Castagne?
"Alla fine del mercato di gennaio, nonostante si trovasse nel mondo idilliaco dell’Atalanta, Timothy e il suo agente Zenon hanno confessato a me e il mio partner inglese Pini Zahavi il loro desiderio di arrivare a confrontarsi in Premier League. In questi mesi Timothy è rimasto concentrato sull'Atalanta, mentre il nostro lavoro, insieme al suo agente Zenon, si è orientato a capire quali potessero essere le migliori soluzioni per lui. Le squadre di Premier si sono effettivamente dimostrate quelle più appetibili".
Quanto è stato difficile convincere l'Atalanta a cedere uno dei suoi pezzi più pregiati?
"E’ stato molto complicato, la volontà di non cedere il giocatore si è manifestata attraverso il ritardo nel fissare un prezzo di vendita del calciatore".
Cosa potrà portare Timothy al calcio inglese a suo avviso?
"Potrà portare tutta la conoscenza tattica che ha appreso in Italia, la capacità di saper giocare su entrambe le fasce e la sua qualità naturale di sapersi esprimere nelle due fasi".
Perché Leicester? Vero che c'erano altri top club europei?
"C’erano diverse squadre seriamente interessate al giocatore come Arsenal e PSG, poi le combinazioni di mercato hanno prevalso: il Leicester, avendo fatto una cessione importante, è stata la prima tra le pretendenti a soddisfare le richieste sia dell'Atalanta sia del calciatore. L’approvazione di Zahavi all’operazione, ha dato rassicurazione a quanto stavamo facendo".
Ci racconta un aneddoto dell’operazione?
"Nel primo incontro che abbiamo fatto con Castagne e il suo entourage, il Sig. Zahavi ha rotto il ghiaccio dicendo che solo in due casi aveva dovuti prendere un aereo alle 6 di mattina. Per lui e per Neymar...".