È di nuovo semifinale Champions: Inzaghi ha restituito all’Inter una dimensione europea

Harry Kane segna, ed ecco scendere una cortina di gelo su San Siro, già infreddolito dal ventaccio che spirava su Milano e sembrava storcere solo i palloni giocati dall’Inter. In altri tempi, sarebbe stato il prodromo perfetto allo psicodramma. E invece, come ha recitato Lautaro Martinez in perfetto francese, la squadra di Simone Inzaghi ha gli attributi. In tre minuti ha ripreso la serata e la qualificazione alla semifinale di Champions League.
L’Inter torna, due anni dopo il piccolo capolavoro del 2023, a giocare il penultimo atto della massima competizione europea. Roba da Grande Inter, altro che Pazza Inter. Roba, soprattutto, inimmaginabile quando il tecnico piacentino accettava la panchina nerazzurra dopo il fuggi fuggi di Antonio Conte, e – un po’ come stasera dopo il gol di Kane – sembrava che lo sbando fosse dietro l’angolo. Invece, eccola lì: sempre in corsa in Champions League, per la seconda volta a stretto giro di posta. Con qualche possibilità di vincerla, ma questo dipenderà dall’incrocio con il Barcellona.
A prescindere da come andrà, e a prescindere dal triplete o dagli zero titoli, è la grande vittoria del Demone, come lo chiamano i suoi giocatori e i suoi tifosi, e magari ormai anche in famiglia. L’Inter non era una grande europea, quando è arrivato, e rischiava di non essere più nemmeno una grande in Italia. Oggi è diventata una squadra che, davanti alla formazione che avrebbe giocato la finale di Champions in casa, nel momento decisivo non sparisce ma anzi aggredisce.
