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Cobolli Gigli: "Agnelli malconsigliato quando decise di prendere CR7 e lasciare Marotta"

Cobolli Gigli: "Agnelli malconsigliato quando decise di prendere CR7 e lasciare Marotta"TUTTO mercato WEB
© foto di Giacomo Morini
lunedì 24 giugno 2024, 18:00Serie A
di Andrea Piras

L'ex presidente della Juventus Giovanni Cobolli Gigli ha parlato ai microfoni di Radio Bianconera di Andrea Agnelli non risparmiando qualche stoccata: "Agnelli ha peccato di manie di grandezza e la Juve si è ritrovata con 900 milioni di passivo accumulati negli anni. Adesso la società dopo la seconda esperienza Allegri, sta provando a voltare pagina. La Juve è una società con una propria dirigenza, ma chi parla tanto del club è l'azionista di maggioranza Exor, e lo trovo un tipo di comunicazione un po' fuori luogo. C'è un ottimo presidente come Ferrero e un tecnico come Giuntoli che mi sembra che stia facendo cose importanti, a questi si aggiunge un allenatore che ha fatto grandissime cose prima come giocatore e poi come allenatore.

Credo che Andrea Agnelli sia stato malconsigliato in momenti precedenti alla Superlega, quando decise di prendere Ronaldo e lasciare Marotta. Che CR7 sia un giocatore eccezionale ce l'ho ben chiaro in mente, ma non è riuscito a portare ciò che ci si aspettava, anzi ha smembrato un pochino la squadra perchè era un grande attore separato dagli atri giocatori. Dall'uscita di Marotta, Andrea Agnelli ha avuto dei collaboratori non in grado di portare avanti una responsabilità importante come quella della Juventus. A quel punto si è creata una situazione di tensione che ha portato ad un avvitamento e quindi nel tempo alla situazione di pesante passivo di cui si parlava prima.

L'idea della Superlega è figlia di bisogni economici, la mia opinione è che l'errore di Agnelli è stato quello di presentare la Superlega alle undici di sera senza essersi preparato un terreno sotto di lui, creando reazioni a livello europeo figlie anche di come era congegnato quel meccanismo. Un meccanismo di élite con sole grandi squadre, non tenendo conto del fatto che il calcio deve permettere anche alle piccole di competere, se ben gestite. La cosa è stata vissuta come 'noi siamo gli dei, vogliamo vivere nel nostro Olimpo, voi arrangiatevi', e questo è sbagliato".

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