Di Caro alla Gazzetta: "Superlega? Calma... Ecco le ragioni per cui il no resta compatto"

Nel suo fondo su La Gazzetta dello Sport, il giornalista Andrea Di Caro ha parlato della ripresa di quota dell'idea Superlega dopo il pronunciamento della Corte di Giustizia Europea contro il monopolio di Fifa e Uefa: "Rispetto alla gioia di pochi, fa più rumore il muro del No di tutto il resto del mondo del calcio. A partire della massime istituzioni internazionali. Non si sono fatte attendere Leghe e Federazioni, a partire dalla nostra con il presidente Gravina. Stessa posizione hanno preso Spagna, Francia, Germania, Inghilterra".
Sui punti che continuano ad unire le componenti contrarie: "1) La mancata meritocrazia. Nella formula proposta da A22, le 64 squadre partecipanti sarebbero divise in tre tornei o livelli: il più importante Star, poi Gold e Blue League. Nelle prime due categorie 16 squadre, nella terza altre 32. Con retrocessioni e promozioni a fine anno. 2) Una Superleague di questo tipo, nel livello Star con 16 top club a giocare tra di loro con montepremi e introiti molto favorevoli, distoglierebbe l’attenzione delle società dai campionati nazionali, abbassando la competitività, lo spettacolo e l’interesse degli appassionati".
In chiusura: "Aspettiamo a parlare di sentenza della Corte Europea che cambierà il calcio. Le rivoluzioni per essere tali non devono solo essere possibili sulla carta, devono essere realizzate. Altrimenti c’è il rischio che finisca come dice Ceferin: «Siamo a Natale, quelli della Superlega hanno visto un grande pacco sotto il proprio albero e si sono eccitati. Poi quando l’apriranno si renderanno conto che dentro non c’è quasi niente...»".
