Goran Pandev, l'undicesimo uomo del Triplete. Scovato in Macedonia quasi per caso
Galeotta fu la gita in Macedonia e chi la organizzò. Perché per Goran Pandev la carriera è cambiata quando Piero Ausilio, attuale direttore sportivo dell'Inter, volò verso i Balcani per vedere un calciatore. Scoprendo chi, poi, ha vinto anche il Triplete. “Ero diventato da poco responsabile del settore giovanile - ha raccontato il dirigente qualche giorno fa - e abbiamo un po’ cambiato l’idea con Baresi. Prima non si investiva tantissimo, abbiamo convinto la proprietà a cambiare progetto. Il primo comprato è stato Pandev, il secondo credo Martins. Oggi si parla di dati, di video: noi andammo a vedere un giocatore e per caso scoprimmo Pandev. Ci sono i dati, ma c’è anche l’istinto. Pandev non si conosceva e l’abbiamo scoperto”.
Non è stato tutto rose e fiori. Il destino non è una linea retta, ma conosce anche degli angoli, delle strade inesplorate. Pandev è passato prima da La Spezia, poi dalla famigerata Ancona del 2003-04, quella con Jardel, per intenderci. Trovando però poi spazio nell'infornata Lazio del primo Lotito, quello che doveva fare la squadra per salvarsi con molta rapidità, rischiando di sparire. Primo anno da subalterno, poi titolare indiscusso nell'attacco biancoceleste, fino all'estate del 2009, quella in cui lui e Ledesma si ammutinano e il presidente laziale non vuole cedere.
Alla fine Pandev si libera per gennaio, tornando all'Inter. È quella di Mourinho e, come in amore, spesso serve il timing perfetto. E anche un po' di adattamento, perché Pandev diventa l'undicesimo uomo del Triplete, quello che gioca sull'altro out rispetto a Eto'o, formando la linea dei trequartisti con Sneijder, dietro a Milito. Poi Napoli, da dodicesimo, quasi sempre chiamato in causa, Galatasaray, Genoa e, per ultimo, Parma. Ritirandosi la scorsa estate. Oggi Goran Pandev compie 40 anni.