18 luglio 2003, la voce roca per eccellenza si spegne per sempre. Muore Sandro Ciotti
Il 18 luglio del 2003, a Roma, il calcio commentato subiva una botta irreparabile. Perché in una stanza del Policlinico Gemelli spirava Sandro Ciotti, morto nella città Natale. Era stato ricoverato in ospedale qualche giorno prima, salvo poi tornare a casa. Il suo padrino di battesimo aveva ispirato la sua vita, visto che era il poeta Trilussa, a cui è stata intitolata una famosa piazza della movida trasteverina.
La sua voce roca era praticamente un marchio di fabbrica. Una sorta di infortunio sul lavoro che, però, era diventato anche la sua fortuna. Inconfondibile, iconica. Frutto di un edema alle corde vocali, fra le sigarette consumate e una radiocronaca di 14 ore sotto la pioggia a Città del Messico, alle Olimpiadi di quell'anno. Una voce unica, sebbene non fosse il solo motivo per cui è ricordato. Alcune locuzioni come "Clamoroso al Cibali" o "Sciabolata in avanti" sono nel suo repertorio. Oltre al calcio - era entrato nelle giovanili della Lazio in gioventù - amava la musica, con gli studi del violino. Entra in Rai nel 1958, a trent'anni, uscendone nel 1996.
Tra il 1966 e il 1976 è anche stato regista, curando alcuni documentari televisivi. Tanti anche gli anni a Tutto il Calcio Minuto per Minuto, dove era messo spesso in contrapposizione con Enrico Ameri. Chiese a Provenzali la possibilità di salutare tutti. "Scusa Provenzali, soltanto 10 secondi per dire che quella che ho appena tentato di concludere è stata la mia ultima radiocronaca per la Rai un grazie affettuoso a tutti gli ascoltatori".