Il bad boy Gianluca Mancini è la risposta moderna al suo idolo Materazzi e a Vinnie Jones
Giusto un mese fa anche il console italiano del Ghana ha attaccato Gianluca Mancini e fatevi un giro sui social per scoprire quale sia il parere trasversale del tifoso medio, d'ogni colore, giallorosso escluso, sul centrale della Roma. Provate a chiederlo a Moise Kean che ieri, dopo uno step on foot, dopo una trattenuta, dopo una strattonata, tra maglia e chioma, gli ha rifilato un calcione di tottiana memoria su Mario Balotelli. Rosso diretto. La pressione di Mancini ha dato l'effetto sperato e desiderato.
Bad boy da record
Il parere trasversale che in queste ultime settimane si respira su Gianluca Mancini è che sia troppo duro, cattivo e per alcuni anche oltre le regole nei falli e nelle provocazioni. Ha preso cartellini come nessuno negli ultimi anni (ça va sans dire, il record di Daniele Conti è quasi imbattibile), ma soprattutto sono diventati virali alcuni suoi interventi o falli duri sugli avversari. E lo racconta al meglio una risposta a una domanda in conferenza prima della finale di Conference League. "Cambia qualcosa affrontare la finale o continuerai a fare il tuo gioco che è fatto di qualche rischio?". "Mi stai chiedendo se prendo un giallo?"
Materazzi tatuato
Non è un caso se il bad boy per eccellenza del nostro calcio, per il quale pure a Roma (chiaro, non ieri) ci sono forti divisioni, ha un idolo: Marco Materazzi. "Mi sono tatuato il 23 proprio per Marco Materazzi. Successivamente mi sono fidanzato il 23 con quella che è attualmente mia moglie, e mi sono spostato il 23. Infine me lo sono messo sulla maglietta. Per Marco nasce nel mito di Michael Jordan, per me parte da lui". Interista, passione di famiglia, nasce centrocampista centrale e poi diventa difensore tra i professionisti. Un giocatore bravo coi piedi, che gioca davanti alla difesa a Firenze con Paulo Sousa e nei due dietro con Vincenzo Montella. Il suo passaggio da Perugia alla Fiorentina finiurà addirittura in tribunale, il suo presente è invece spesso citato dal Giudice Sportivo.
Come Vinnie Jones
Viviamo in un altro calcio ben distante da quello inglese del Leeds di Don Revie, dalle botte di Roy Keane e dall'aggressività di Vinnie Jones. Però, se vogliamo trovare un riferimento per Mancini, in campo ricorda molto l'irruenza dello storico centrale del Wimbledon. Uno per cui era importante intervenire, spesso intimidire, sicuramente provocare. Uno che voleva lasciare una traccia in campo e negli avversari e amen se questa era tutt'altro che positiva. Il gol straordinario segnato contro la Juventus porta la sua consapevolezza ancora più in alto ma già nelle scorse giornate aveva spiegato di sentirsi un leader, che con Mourinho in panchina è cambiata la sua mentalità, anche in allenamento. Prendere o lasciare, come i bad boys di un tempo, come il suo idolo Materazzi, come Pasquale Bruno, come i cattivissimi inglesi. Fatevi un giro sui social per rendervene conto.