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La fine dell'Impero. I retroscena sull'addio di Messi al Barcellona, sulla strategia dell'Inter, della Juventus, del Manchester City che è vicino, di Neymar e del più grande sogno della storia del mercato

La fine dell'Impero. I retroscena sull'addio di Messi al Barcellona, sulla strategia dell'Inter, della Juventus, del Manchester City che è vicino, di Neymar e del più grande sogno della storia del mercatoTUTTO mercato WEB
domenica 30 agosto 2020, 08:34Editoriale
di Marco Conterio
Nato a Firenze il 5 maggio del 1985, è caporedattore e inviato di Tuttomercatoweb.com. Già speaker di Radio Sportiva e RMC, è stato firma per Il Messaggero e per La Nazione

Lionel Messi che lascia il Barcellona è guardare il cielo e non trovar più il sole. Il Barcellona che verrà sarà una carovana che pedala ma senza una maglia gialla, mentre lui cercherà nuovi sorrisi. Oggi avrebbe dovuto uscir di casa e presentarsi alla Ciudad Esportiva, per i test medici ma così non sarà. Nel contratto dell'argentino c'è la possibilità di liberarsi a zero ogni stagione e nel caso dell'annata 19-20, la data era fissata per il 10 giugno. Solo che poi il mondo s'è fermato e con lui anche il Re Sole. Che è rimasto solo, coi suoi pensieri, otto schiaffi a due contro il Bayern Monaco gli hanno fatto prendere in mano il contratto, consultare gli avvocati, valutare e decidere. La clausola, pensa e dice Messi, è valida per la stagione, che è stata posticipata, sicché con lei anche la chance di spezzare le catene. Josep Bartomeu così non la pensa e la vicenda è destinata a finir davanti ai legali. Il Barcellona lo ritiene ancora un tesserato, fino al 2021, con tanto di clausola rescissoria da 700 milioni di euro, sebbene le indiscrezioni della tarda serata di Cadena Ser spieghino che non è più valida. Intanto oggi, 30 agosto, il giocatore più forte del mondo si ritiene uno svincolato.

Sicché ora partono le riflessioni, perché la decisione di Lionel Messi, fa sapere il suo entourage, è irrevocabile. Tra oggi e domani il padre Jorge è atteso a Barcellona, per incontrare il giocatore e la famiglia. Pep Guardiola, allenatore del Manchester City, è in città. Lo è anche il CEO Ferran Soriano e potrebbe arrivare anche il ds Txiki Begiristain. Per un rendez vous che potrebbe portare all'intesa totale sulle cifre, sebbene quella della rottura legale col Barcellona sia una questione annosa e che potrebbe protrarsi. Per questo Messi potrebbe provare, d'accordo coi legali, di tendere la mano a Bartomeu: un gentlemen agreement per concordare una cifra 'fattibile' per lasciare il Barcellona. Il City pensa a 100 milioni più Eric Garcia e forse anche Angelino. Da quell'orecchio, per adesso, il Barcellona non sembra sentirci. O la clausola, qualora fosse sempre valida o niente, e per Messi sarebbero già pronte sanzioni se da domani non dovesse continuare a presentarsi alla Ciudad Esportiva.

L'Inter c'è. Inevitabilmente.
Messi è già stato proiettato sul Duomo da Suning e non può esser stato certamente casuale. Urge spiegare i vantaggi fiscali che potrebbero riguardare un eventuale arrivo di Lionel Messi in Italia. La flat tax consente a chi non ha avuto una residenza in Italia negli ultimi 9 anni su 10, di prenderla e opzionare per un'imposta sostitutiva sui redditi di fonte estera per 100mila euro all'anno, per un massimo di 15 anni. Con questa cifra forfettaria, Messi andrebbe a coprire tutti i redditi all'estero e visto che al momento col padre Jorge e col fratello Rodrigo gestisce il 100% dei diritti d'immagine, andrebbe a guadagnare decine di milioni di euro. Non un risparmio per l'Inter, perché il vantaggio non sarebbe sui redditi diretti dunque sull'ingaggio, ma Messi è un investimento economico importante che porterebbe a benefit importanti. E che la società di Suning sta già cercando di capire come sostenere economicamente, da tempo: dalla Cina sarebbe già arrivato il placet per l'investimento, garantendo un investimento diretto da parte di Suning. Inoltre, potrebbe essere emesso un bond high yield che potrebbe attrarre grandi investitori del club e istituzionali. Un bond ad alto rendimento per coprire i costi di un possibile acquisto del giocatore (il Barcellona non vuole contropartite ma al contempo pensa a Lautaro Martinez) e l'ingaggio del giocatore.

E la Juventus? Tutte le grandi società del mondo, quando hanno saputo della rottura tra Lionel Messi e il Barcellona, hanno da subito controllato bilancio e portafogli. La Vecchia Signora, non è un mistero, sta ancora cercando di ammortizzare l'investimento fatto su Cristiano Ronaldo ed è dunque difficile che possa andare all-in anche su Messi. Difficile, però, non impossibile, sebbene da Torino arrivino da subito secche smentite. Grandi intermediari si sarebbero già mossi per vagliare la possibilità, le riunioni tra uomini dei conti e sponsor tecnico, Adidas, la chiamata esplorativa a Jorge Messi, sono tutti segnali di una manifestazione d'interesse. A oggi è ben più che difficile immaginare la sostenibilità di un affare simile a livello economico, ma è certo che la possibilità di riuscire a realizzare qualcosa che nella storia non è mai riuscito a nessuno, ovvero riunire i migliori al mondo, ingolosisca. Come potrebbe non farlo? E' questo l'assunto da cui partire, per poi fare ragionamenti e cercare con lucidità di arrivare al nocciolo della questione. Che al momento si colora di azzurro Manchester.

Poi c'è Neymar che chiama Lionel Messi e Leonardo che alza il telefono e contatta il padre Jorge. Da una parte un amico che sogna di giocare con l'ex compagno, e con lui anche Angel Di Maria. Dall'altra un direttore sportivo che si informa su eventuali, giusto ribadirlo, perché vale per tutti, costi, cifre, numeri. Messi è il sogno, è l'impossibile che sembra poter diventare possibile. E' quel che più s'avvicina al Graal, alla scoperta del Codice di Leonardo, è la corsa alla prima impronta su un nuovo pianeta. Tutti su nuovi Apollo, sperando sia quello giusto. Tutti verso il Re Sole, sperando di non diventare Icaro. Intanto lo svincolato, almeno così si considera, più famoso d'ogni tempo, aspetta a Barcellona. Casa, cuore. Prima di chiudere quella porta per sempre, a meno che l'Impero non colpisca ancora, e che quel trono sia ancora suo. Mettiamoci comodi. Durerà ancora poco, ma sarà intenso come la fine amore bellissimo.

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