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La domanda principe di questo inizio di giugno: ma chi deve fare mercato è in vacanza? Possono bastare i pari con Inghilterra e Germania per essere ottimisti? La risposta è no

La domanda principe di questo inizio di giugno: ma chi deve fare mercato è in vacanza? Possono bastare i pari con Inghilterra e Germania per essere ottimisti? La risposta è no
© foto di Lorenzo Di Benedetto
martedì 14 giugno 2022, 07:58Editoriale
di Andrea Losapio

Sono passati già quattordici giorni dall'inizio di giugno e i grandi colpi sono ancora tutti in canna. Origi al Milan è già chiuso, mentre per Pogba alla Juventus manca solo qualche centimetro. Dybala all'Inter è quasi fatto - che giovedì sia il giorno giusto? - e la Roma studia le prossime mosse. Alla fine è stata la Lazio a prendere Marcos Antonio e il Napoli Mathias Olivera. Un po' pochino. Vero anche che per questa stagione i ritiri partono anche a inizio luglio e quasi tutte devono vendere e poi comprare. Situazione un pelo paradossale considerando che negli ultimi anni, con il Coronavirus, gli investimenti si sono ristretti di molto. Ma tutti quanti pagano gli ammortamenti degli anni prima e le spese probabilmente gonfiate.

Chi si trova in una invidiabile posizione è comunque il Milan. Vero è che può perdere Romagnoli a zero e lo ha già fatto con Kessie, che Leao ha firmato con un altro che non è Jorge Mendes, che in avanti c'è comunque affollamento. Quello che filtra dai rossoneri è che ci sarà un grande colpo in attacco. Nome top secret, ma è lì che vorrebbero spendere, al netto degli ammiccamenti con Berardi (Pioli lo voleva già l'anno scorso) e il possibile doppio colpo Sanches-Botman. Per l'olandese c'è il Newcastle, dove però non ha intenzione di andare. Per il portoghese niente toglierebbe di chiuderlo, se non una valutazione molto alta. Forse c'entra anche la situazione Leao.

Così la domanda è sempre quella: chi deve fare mercato ha approfittato dell'inizio di giugno per andare in vacanza, sapendo che poi le ferie saranno difficili da incastrare con i weekend di agosto? Probabilmente sì. In compenso, giubilo e gaudio, si è sorpassato l'indice di liquidità. Quando succederà anche con il fair play finanziario sarà sempre troppo tardi. La finanza creativa è la cosa peggiore che possa incastrare i club calcistici, perché fungono da cosmesi a bilancio disgraziati. Se qualcuno deve aprire il portafogli, invece, ecco che le situazioni cambiano.

Infine la Nations League. A parte l'opportunità di giocare queste partite a giugno, dopo una stagione con calendario fittissimo e due anni di Covid, ma può bastare la vittoria con l'Ungheria, mixata con i due pareggi con Germania e Inghilterra, per fare gridare giubilo e gaudio? Probabilmente ora staremmo pensando a preparare il Mondiale in Qatar, se non ci fossero stati i rigori di Jorginho, il tiro di Trajkovski, il pari con la Bulgaria. Il nuovo ciclo di Mancini può decollare come il primo, sta di fatto che, comunque la si voglia guardare, si tratta della peggiore figura azzurra a un Mondiale. Almeno l'altra volta eravamo arrivati allo spareggio finale.

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