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I vaffa, la gestione sciagurata, i Consigli poco saggi, i cambi incomprensibili e un allenatore che si sta muovendo come un elefante in una cristalleria. De Laurentiis: adesso è difficile non cambiare

I vaffa, la gestione sciagurata, i Consigli poco saggi, i cambi incomprensibili e un allenatore che si sta muovendo come un elefante in una cristalleria. De Laurentiis: adesso è difficile non cambiareTUTTO mercato WEB
© foto di TUTTOmercatoWEB.com
martedì 10 ottobre 2023, 16:00Editoriale
di Raimondo De Magistris
Nato a Napoli il 10/03/88, laureato in Filosofia e Politica presso l'Università Orientale di Napoli. Lavora per TMW dal 2008, è stato vicedirettore per 10 anni. Inviato al seguito della Nazionale

Luciano Spalletti lo scorso anno decise che avrebbe fatto un passo indietro ben prima della fine della stagione. S'è scoperto poi che già a marzo - quando la Nazionale sbarcò a Napoli e De Laurentiis gli rubò la scena al Maschio Angioino - il tecnico di Certaldo era certo non solo dello Scudetto, ma anche del fatto che la sua avventura partenopea si sarebbe conclusa al termine della stagione: troppo grande l'impresa compiuta nello scorso campionato per pensare anche solo di riavvicinarla, troppe differenze col De Laurentiis pensiero per migliorare un progetto che la scorsa Primavera ha raggiunto il suo punto più alto dai tempi di Diego Armando Maradona.
Dalla fine dell'avventura di Spalletti, sono trascorse dieci partite ufficiali. Non 50, dieci. Eppure oggi, 52 giorni dopo l'inizio della nuova stagione, di quella squadra si son perse le tracce. Parlare oggi di Napoli vuol dire raccontare un caso dopo l'altro, vuol dire far cronaca su uno spogliatoio in subbuglio che non fa nulla per non far sapere all'esterno che Rudi Garcia a questa squadra proprio non piace.

Domenica sera è stato il turno di Matteo Politano. Dopo quelli di Kvicha Kvaratskhelia e Victor Osimhen, è arrivato anche il 'vaffa' di un altro grande protagonista dello Scudetto. Al momento della sostituzione, Politano non ha certo nascosto il suo malcontento nei confronti dell'allenatore.
"Bisogna avere rispetto per l'allenatore e per chi entra, ma sono cose che sistemeremo nello spogliatoio tra noi. Sul momento una reazione ci può stare, in questo momento ne stanno succedendo troppe e non va bene", le parole di Giovanni Di Lorenzo a fine partita. Il Capitano del Napoli sta provando a fare da ponte tra squadra e allenatore, ma partita dopo partita anche lui sembra sempre più in difficoltà nel vestire i panni del mediatore.

La squadra non è con l'allenatore. E del resto solo pochi giorni prima un altro dei senatori, il portoghese Mario Rui, tramite il suo procuratore aveva alzato la voce parlando di gestione irrispettosa: "La gestione di Mario Rui da parte di Garcia la definisco irrispettosa e sciagurata. Irrispettosa perché parliamo di un giocatore che negli ultimi due anni è stato uno dei migliori terzini sinistri della Serie A", disse Mario Giuffredi sei giorni fa. Poi la replica di Garcia e la controreplica del procuratore di Mario Rui che, con un post su 'Instagram', ha solo voluto precisare che sì, quello espresso era proprio il pensiero del ragazzo.
Osimhen, Kvaratskhelia, Politano, Mario Rui. I calciatori che anche pubblicamente iniziano a esternare il loro malcontento nei confronti dell'allenatore sono tanti e importanti. Più che un Consiglio dei Saggi, a Napoli sembra esserci sempre più un fronte comune contro chi - dal canto suo - non sta facendo nulla per farsi benvolere. L'apice domenica scorsa, il manuale del perfetto allenatore confuso tra continui cambi di modulo e sostituzioni che difficilmente trovano una spiegazione razionale. Tra Raspadori che ha cambiato tre volte ruolo e le cervellotiche sostituzioni della ripresa, Rudi Garcia s'è consegnato nelle mani di una Fiorentina dalle idee decisamente più chiare. Si è consegnata a una Fiorentina allenata da quel Vincenzo Italiano che questa estate - come altri 7-8 allenatori prima di Rudi Garcia - è stato sondato invano da De Laurentiis.

Garcia non era la prima, né la seconda né la terza scelta. Ma non è questo il punto, non è questo il problema. Ciò che emerge e sta facendo sommergere il Napoli è l'incapacità del manager francese di capire il contesto. Il suo arrivo ha avuto lo stesso effetto di un elefante che si muove in una cristalleria, la conseguenza è che già dopo 10 gare Aurelio De Laurentiis - presidente storicamente molto restio a cambiare tecnico a stagione in corso - sta prendendo in considerazione l'idea di cambiare allenatore anche se l'unico profilo sul mercato che davvero lo convince è il costosissimo Antonio Conte.
E del resto come si fa ad andare avanti così? Era già chiaro un paio di settimane fa, lo è ancora di più oggi. Tra vaffa, TikTok incriminati, minacce di querela, cambi no-sense, Consigli poco saggi, 'gestioni sciagurate' e chi più ne ha più ne metta, oggi il Napoli è una polveriera nemmeno immaginabile due mesi fa. Difficile uscire da questa situazione senza voltare pagina.

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