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Rosucci: "Sarò sempre grata alla Juve. Marchisio è il mio modello"

Rosucci: "Sarò sempre grata alla Juve. Marchisio è il mio modello"TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
mercoledì 27 marzo 2024, 16:04Calcio femminile
di Camillo Demichelis

Martina Rosucci ha parlato ai microfoni di Radio Tv Serie A. Ecco le sue dichiarazioni:

Come stai?
"Bene, sono emozionata, non ho mai fatto un intervento in radio, sono contenta”.

Cosa emozioni hai vissuto alla tua laurea?
"Ho raggiunto questo fantastico risultato con una votazione inaspettata, non me la aspettavo proprio. Quando mi hanno detto 108 ho pensato che significasse qualcosa, che volesse darmi un segnale in questo anno molto difficile per me. Raggiungere questo obiettivo è stato davvero importante, quando mi sono infortunata mi sono detta che volevo mettermi sotto pressione, perchè non avevo l’adrenalina della partita, poi non avevo mai finito l'università e quindi ho scelto di buttarmi su quello. Poi il 108 è come a dirmi brava ma il tuo obiettivo è tornare in campo. Mi ha fatto sorridere".

Su Marchisio?
"Claudio è speciale, glielo dico sempre, è stato il mio modello a livello calcistico, giochiamo nello stesso ruolo e mi sono ispirata a lui. Insieme a Del Piero ha rappresentato la juventinità. Ha un livello superiore e lo dimostra quotidianamente a tutti noi, riesce sempre a starci vicino". 

È il tuo terzo infortunio…
"Purtroppo è il mio terzo infortunio grave, ci tengo a dirlo perchè è atipico. Io ho una gratitudine smisurata verso la Juventus. Il giorno dopo che mi sono fatta male il direttore Braghin mi ha chiamata per dirmi che mi avrebbe subito rinnovato il contratto. Questo per me è quando le parole diventano fatti, sicuramente per me è una riconoscenza e rivela la signoria della Juventus. L'infortunio purtroppo è arrivato in uno dei momenti più positivi della mia carriera. Stavo vivendo un cambio di ruolo, anche con la nazionale, era un momento che stavo aspettando da anni. Non mi sentivo così protagonista da tempo, non in senso egocentrico ma protagonista in ogni momento della gara, questo era riconosciuto un po' da tutti. Mi faceva sentire bene".

Ci racconti i tuoi inizi con il calcio?
"Ho iniziato al Torino, poi il Brescia ci ha lanciato nel calcio italiano. Giocavo solo per divertirmi. Non ho avuto la percezione che fosse davvero un lavoro fino a quando non sono arrivata alla Juventus. Prima ero una giocatrice che seguiva l'università, non pensavo di diventare calciatrice e di farne il mio lavoro. Siamo professioniste da poco. Ogni tanto ho il rimpianto di non essere nata in questi anni ma sono molto orgogliosa di essere stata parte di questa generazione di passaggio e di aver vissuto l'ascesa verso questa conquista. Ora le bambine possono sognare insieme ai loro genitori, perchè il sogno spesso è più dei genitori, di diventare calciatrici e di vestire la maglia di alcuni top club".

Hai segnato il primo gol della storia delle Juventus Women…
"Ho saputo dopo che avevo segnato il primo gol della Juventus, ma non me ne ero resa conto. Era una partita come le altre per me. Quando ho finito la partita mi hanno presa per farmi un'intervista e non ero abituata poi mi hanno detto che avevo segnato il primo gol della storia. Lì ho realizzato che stavo giocando nella Juventus, era totalmente diverso da quello che avevo fatto fino a quel momento".

Come vivi la sconfitta?
"In realtà mi fa amare questo sport ogni giorno. Perchè mi sono resa conto che stavo vincendo tanto anni fa. Ho trovato gruppi speciali perchè campionati e trofei non si vincono mai a caso, si vincono con giocatrici e allenatori speciali. Mi sono resa conto dopo di quello che stavo vincendo e probabilmente l'ho capito con la sconfitta. La sofferenza avvicina all'amore, provata con gli infortuni e che dopo una serie di vittorie conta ancora di più. Poi mi sono resa conto tramite la sconfitta che sono proprio innamorata di questo sport".

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