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Nieschler: "Lavoravo in ufficio fino alle 17 e poi mi allenavo, ora il calcio è il mio lavoro"

Nieschler: "Lavoravo in ufficio fino alle 17 e poi mi allenavo, ora il calcio è il mio lavoro"
© foto di Como Women
venerdì 13 settembre 2024, 15:04Calcio femminile
di Tommaso Maschio

Dalla Serie C con la maglia del Merano al gol all’esordio in Serie A con quella del Como Women contro una big del nostro campionato come il Milan. Questa la parabola di Nadine Nischler, giovane centrocampista salita alla ribalta dopo la prima di campionato: “Ero in ufficio, sono corsa nella stanza dove ci mettevamo a parlare al telefono, e mi è stato chiesto se volessi andare a Como, a giocare in Serie A. Lavoravo fino alle 17, poi andavo ad allenarmi, spesso anche a un'ora da casa. Ora il mio lavoro è il calcio, e posso esprimermi al meglio. - racconta la classe 2000 ai microfoni della FIGC – Il mio capo mi veniva a cedere spesso ed è rimasto uno dei miei primi tifosi, lo stesso vale per gli altri”.

Spazio poi al rapporto con l’Alto Adige e all’aver ritrovato a Como un’altra ragazza di quelle parti come Katja Schroffenegger: “Dispiace che non ci sia neanche un club altoatesino in B, per questo tutte le ragazze che vogliono fare le calciatrici sono costrette ad andare via. Ma a Como ho trovato la dimensione perfetta, volevo una città, ma dove ci fosse un contatto con la natura, che per me è indispensabile. - prosegue Nieschler - Vado matta per i canederli (che chiama giustamente Knodel, in tedesco, ndr) e per lo speck. Io e Katja ci siamo ripromesse di portarne per tutta la squadra appena riusciremo a tornare qualche giorno a casa".

Sud Tirol che è anche la terra del numero uno del tennis mondiale Jannik Sinner: “Ho giocato anche un paio d'anni a tennis. Per tutti noi sportivi è un idolo, soprattutto per la sua mentalità”.

Infine uno sguardo al prossimo incontro con un’altra big, come la Juventus, da affrontare: “Quando sono tornata dalla Germania, calcisticamente staccai la spina, ma mi servì per prendere energia da sprigionare proprio in momenti come questi. Mi sono chiesta: 'Cosa faccio? Perché lo faccio?'. Ma sono contenta di non aver mai smesso. Giornate così le ho sognate per anni".

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