La moglie di Ronaldo attacca: "Il Brasile è un paese disgustoso, la corruzione continua"

Ronaldo Luís Nazário de Lima aveva deciso di scendere in campo per aiutare il calcio brasiliano a risollevarsi dopo anni difficili. La candidatura dell'ex attaccante di Inter, Milan, Real Madrid e Barcellona alla presidenza della Federcalcio si è però rivelata un autentico fiasco: il suo progetto ambizioso è stata bloccato dalla mancanza di sostegno da parte delle federazioni statali. Nonostante il suo status leggendario e il suo desiderio di unire il Paese attorno a un ideale comune, "El Fenómeno" ha dovuto ritirarsi dalla corsa, rivelando che 23 delle 27 federazioni si erano rifiutate di ascoltarlo, lasciando così campo libero alla riconferma di Ednaldo Rodrigues.
Questa situazione ha provocato numerose reazioni, tra cui una particolarmente violenta da parte di Celina Locks, sua moglie. Su Instagram, la modella ha denunciato la "corruzione" del mondo del calcio brasiliano pubblicando un'immagine dello stemma della Seleçao accompagnato dalla scritta "La corruzione continua. Il Brasile è un paese disgustoso". Un messaggio che sicuramente susciterà polemiche dall'altra parte dell'Atlantico.
Questa la spiegazione di Ronaldo alla sua rinuncia: "Dopo aver dichiarato pubblicamente la mia volontà di candidarmi alla presidenza della CBF nella prossima sessione plenaria, ritiro ufficialmente la mia intenzione. Se la maggioranza con potere decisionale pensa che il calcio brasiliano sia in buone mani, la mia opinione ha poca importanza. La mia idea era quella di dare voce e spazio ai club, nonché di ascoltare le federazioni per migliorare le competizioni e lo sviluppo sportivo in tutte le regioni. Il cambiamento necessario deriverebbe da questo allineamento strategico, con la forza della visione condivisa. Nel mio primo contatto con i 27 membri, ho trovato 23 porte chiuse. Le federazioni si sono rifiutate di accogliermi nelle loro case, sostenendo di essere soddisfatte dell'attuale amministrazione e di sostenerne la rielezione. Non ho potuto presentare il mio progetto nel modo che desideravo. Non c'è stata alcuna apertura al dialogo. Lo statuto dà alle federazioni la maggioranza dei voti, e quindi è chiaro che non c'è modo di raggiungere un accordo. La maggior parte dei leader statali sostiene il presidente in carica; è un loro diritto e io lo rispetto, indipendentemente dalle mie convinzioni".
