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Guerra e paura in Ucraina. Il CEO dello Shakhtar spaventato: "Capite che vita abbiamo?"

Guerra e paura in Ucraina. Il CEO dello Shakhtar spaventato: "Capite che vita abbiamo?"TUTTO mercato WEB
Oggi alle 16:56Calcio estero
di Yvonne Alessandro

Lo Shakhtar Donetsk contro la guerra e le avversità. Contro una realtà a cui l'opinione pubblica si sta purtroppo sempre più estraniando, lasciando a loro stesso il popolo ucraino in lotta per la propria indipendenza contro l'invasione dell'apparato militare russo. Quanto è toccata dal fenomeno la squadra che affronterà l'Arsenal domani nel terzo turno di Champions League? Semplice, basta vedere cosa è accaduto due giorni prima della gara di settembre contro il Kryvbas, quando l'hotel in cui avrebbero dovuto alloggiare è stato colpito da un missile russo. Dove, si legge dalla BBC, quattro persone sono state uccise e altre ferite nell'attacco a Kryvyi Rih.

A raccontare il terrore vissuto quotidianamente e in prima persona è l'amministratore delegato dello Shakhtar, Sergei Palkin, proprio all'emittente inglese: "Riuscite a immaginare questo, la nostra squadra che alloggia in questo hotel e cosa può succedere? È difficile gestire una squadra e attrarre nuovi giocatori in una situazione del genere. Per me è difficile spingere i giocatori a Kryvyi Rih e giocare questa partita. Alla fine siamo arrivati. Ma dopo questo incidente, le famiglie dei giocatori ci hanno scritto molte lettere e molti messaggi. Gli agenti dei giocatori ci scrivevano 'cosa faremo? Ok, abbiamo fatto tutto in modo corretto, con un livello di sicurezza completo, ma in ogni caso, da un punto di vista mentale, è difficile convincere i giocatori ad andare lì a giocare”.

E il CEO è passato a spiegare anche le difficoltà di spostamento per le trasferte e le conseguenze. Venerdì, infatti, lo Shakhtar ha viaggiato in pullman dalla base di Kiev a Lviv, si è fermato per un giorno per allenarsi e poi domenica ha attraversato il confine per raggiungere la città di Rzeszow in Polonia, da dove è volato a Londra per la sfida con l'Arsenal: “Quando arrivi sei già meno competitivo del tuo avversario a causa delle condizioni fisiche e mentali. Passare due giorni in autobus, in aereo, è molto difficile. Capite che tipo di vita abbiamo? Penso che siamo un club unico, perché se si guarda alla storia del calcio europeo non si trova un club come il nostro: una storia molto dura, molto forte e difficile".

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