"Basarabia è Romania, Kosovo è Serbia": cori e striscioni a Bucarest: match sospeso 50 minuti
Doveva essere una normale partita di calcio quella tra Romania e Kosovo, ma ieri sera - almeno sugli spalti - di calcio c'è stato ben poco. All'inizio di questo match, valido per le qualificazioni agli Europei, gli ultras romeni hanno cantato "Serbia, Serbia" quando è stato suonato l'inno del Kosovo. Gli organizzatori hanno dovuto alzare il volume, per coprire il suono proveniente dalla tribuna degli ultras.
I supporters della Romania non si sono però fermati ai cori, esponendo due striscioni con scritto: "Basarabia è Romania" e "Kosovo è Serbia". Considerando che i tifosi di casa non hanno smesso con i cori né tolto gli striscioni, la partita è stata fermata.
Lo speaker dello stadio ha provato a placare gli animi sugli spalti in più occasioni, dicendo alla fine: "Si stanno facendo sforzi per riavviare la partita. Per favore, smettetela di cantare il nome del nostro vicino! Il revisionismo non è tollerato dalla UEFA. Questo è l'ultimo avvertimento".
Dopo 50 minuti, con il resto dello stadio che ha fischiato i tifosi protagonisti di quei cori e quegli striscioni, si è ricominciato a giocare a Bucarest. C'era stata una richiesta di evacuazione della tribuna degli ultras, cosa che alla fine non è avvenuta.
La partita ha dunque ripreso il proprio corso, terminando con la vittoria della Romania per 2-0. Successo legittimo per i ragazzi di Iordanescu, in una giornata in cui il calcio - e il tifo in particolare - ha mostrato il suo lato peggiore.