TMW RADIO - Letterio Pino: "Agenti pronti a mettersi seduti a un tavolo con FIGC, CONI e FIFA"
Nel nuovo appuntamento a TMW Radio con la rubrica La Voce dell'Agente in collaborazione con A.I.A.C.S. – Associazione Italiana Agenti Calciatori e Società, è intervenuto l'agente FIFA Letterio Pino.
La FIFA sembra ce l'abbia solo con gli agenti e che i problemi siano attribuibili esclusivamente a questa categoria. Qual è la vostra posizione?
"Ci siamo messi a disposizione ma la FIFA ha sempre fatto finta di fare tavoli di lavoro e nella realtà non ci ha mai ascoltato. Noi ci siamo messi sempre a disposizione per parlarne, ma adesso aspettiamo di metterci veramente seduti per risolvere la situazione a livello italiano. A livello FIFA il regolamento è stato impugnato e bloccato e speriamo di discuterlo".
Passando al campo, questi talenti italiani ce li abbiamo o no?
"Da un lato tutti quanti tirano uova marce addosso agli agenti, poi di fatto ci contattano per protare stranieri in Italia perché costano meno di un italiano. Perché? Noi siamo rimasti fermi al Mondiale '82 addirittura, pensiamo che l'Italia sia al centro dell'universo ma ormai ci hanno superato tutti. Abbiamo il 60% di giocatori stanieri in campionato, nelle giovanili il 38%. Siamo affascinati daglo stranieri ma spesso non è legato alla loro effettiva bravura. C'è un dato di fatto: se ho bisogno di un 2007, lo straniero costa molto meno. E poi in Italia c'è l'obbligo dei risultati, da altre parti no. E tutto ciò è assurdo".
Un tribunale tedesco ha sospeso il nuovo regolamento FIFA sugli agenti:
"Vogliamo capire come FIGC e CONI si pongono sul regolamento FIFA. C'è una legge statale, quindi tutto andrebbe armonizzato. Il problema minore e l'avremmo noi rispetto ad altri Paesi. Entro il 30 settembre dobbiamo adeguarci alla piattaforma FIFA o ci sarà la decadenza del titolo di agenti. C'è la predisposizione da parte di Governo, Malagò e Gravina di fare le cose per bene".
Quanto influisce in una trattativa la famiglia del calciatore e quanto l'agente?
"Noi facciamo sempre quello che il calciatore e la famiglia ci dice di fare. Nelle giovanili il ruolo della famiglia è un po' più importante, ma le direttive che seguiamo sono quelle della famiglia. Prendiamo gli schiaffi al posto dei nostri assistiti a volte".
Qualche aneddoto?
"Ne ho un paio. Ho iniziato come procuratore puro, assistenza al calciatore in maniera totale e poi ho spostato il focus sulle intermediazioni internazionali. Quando ho suggerito Keita Balde alla Lazio Tare fu bravissimo a bloccarlo. In base a un video o due decise di acquisirlo. Tare ne parlano pochi ma è un odei più bravi in Italia. E poi mi ricordo del dirigente della Samp, lo accompagnammo a vedere Icardi al Barcellona. Entrò in campo solo nel finale, fece alcune azioni e si convinse di prenderlo".
La figura dell'agente che evoluzione ha avuto?
"In questo mondo purtroppo non puoi più presentare i giocatori in maniera asettica. Devi presentare un prodotto conoscendolo. Ci siamo dotati tutti di un corpo scouting e così riesci a scoprire talenti e a segnalarli prima del tempo. Oggi se vai da un ds devi motivare perché deve scegliere un giocatore rispetto a un altro".
Ci sono differenze tra calcio maschile e femminile?
"Teoricamente no. Il professionismo è arrivato da poco in campo femminile e quindi la figura dell'agente è ancora poco conosciuta, ma sta prendendo piede. Certi club si stanno ancora strutturando di scout a livello capillare. Per questo si affidano molto agli agenti ancora. Il calcio femminile è più serio, le ragazze hanno già più chiari i loro obiettivi".
C'è un limite di età per prendere la procura di un giovane?
"Sì, 16 anni. Il regolamento consente di fare un contratto di lavoro professionistico solo da quella età".