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Mascheroni (pres. Ucg): "Le scuse dei giocatori per il video a Superga erano il minimo"

Mascheroni (pres. Ucg): "Le scuse dei giocatori per il video a Superga erano il minimo"TUTTO mercato WEB
I giocatori del Torino
© foto di www.imagephotoagency.it
domenica 12 maggio 2024, 13:12Altre Notizie
di Elena Rossin
fonte Torinogranata.it

Maria Rosa Mascheroni è stata intervistata in esclusiva da TorinoGranata.it. Mascheroni è la presidente dell’Unione Club Granata, commercialista e grande tifosa del Toro. Con lei abbiamo parlato dell’episodio, che ha coinvolto la squadra e i tifosi avvenuto a Superga, il 4 maggio scorso. Un giocatore mentre era sul pullman della squadra, che stava arrivando per la Santa Messa nel 75° anniversario della tragedia in cui perì il Grande Torino e per la lettura dei nomi dei 31 caduti sulla lapide, ha girato un video nel quale si sentivano delle voci in sottofondo. Nel video, pubblicato sui social e poi prontamente rimosso ma non passato inosservato, si sentivano parlare 2-3 calciatori granata che insultavano i tifosi per aver ricevuto qualche fischio nelle partite precedenti. Tifosi che sul piazzale antistante la Basilica stavano attendendo proprio l’arrivo della squadra accolta sventolando bandiere e applaudendo. In seguito alle polemiche i giocatori del Torino hanno scritto una lettera aperta nella quale si scusavano: “Ciò che è successo sabato scorso ha lasciato in tutti noi un profondo dispiacere. Vogliamo far sentire la nostra voce per chiedere umilmente scusa a tutti, consapevoli della gravità di quanto è accaduto. Ci sentiamo tutti responsabili, non ci sono buoni e cattivi. Ne abbiamo parlato al nostro interno e abbiamo preso i provvedimenti del caso, e altrettanto ha fatto la Società, subito intervenuta. Ora massima concentrazione per le prossime tre partite: noi ci crediamo ancora. Sempre Forza Toro!”.

Come hanno reagito i tifosi del Toro alla lettera di scuse dei giocatori?
“I tifosi iscritti all’Ucg, che non sono tutti i tifosi del Toro, non hanno avuto una grande reazione nel senso che era un atto dovuto e i giocatori dovevano dire qualche cosa per forza. Salvo il pensare che essendo una cosa dovuta potevano dire cosa volevano tanto quello che è accaduto, è accaduto. Con chi abbiamo a che fare lo sappiamo”.

Come verrà accolta la squadra oggi a Verona dai tifosi in trasferta e poi sabato al Grande Torino quando affronterà il Milan?
“Sicuramente qualche fischio lo riceveranno e se lo meritano per quanto hanno fatto in campo durante tutta la stagione. Poi, in verità, i tifosi dimenticano in fretta e chi si reca allo stadio ci va per vedere la partita e se la squadra gioca bene e se segna esultano, mentre se gioca male viene fischiata, ma neanche sempre. Purtroppo queste cose passano così”.

Quanto questo accadimento ha fatto disamorare ulteriormente i tifosi che già in molti negli ultimi anni sono rimasti delusi tanto dalla società e un po’ anche della squadra, pur rimanendo attaccatissimi alla maglia?
“Penso molti, ma penso anche che chi continua ad andare allo stadio, a tifare, a gioire a seguirli poi passa su queste cose perché prevale la voglia di vedere la maglia granata in campo e questo fa superare tutto ciò che accade intorno. Chi era già disamorato questo episodio l’ha fatto ancor più disamorare o comunque gli ha fatto pensare di essere nel giusto e alla schiera si è aggiunto qualcuno in più. Il tifosi che vanno allo stadio dimenticano in fretta: bastano due risultati positivi e due belle partite”.

C’è qualche cosa sulla quale si deve riflettere?
“Sì, sul 4 maggio che è diventato veramente allucinante non per il numero di persone che vanno a Superga perché questo dopo 75 anni è una cosa bellissima ed è il segno di quanto il Grande Torino e il Toro, quello con le lettere maiuscole, sia nel cuore della gente tanto più che di quelli che hanno vissuto il Grande Torino purtroppo ce ne sono sempre meno, ma la storia è stata tramandata di padre in figlio, dai nonni ai nipoti ed è ancora viva, vivissima. E questo è magnifico, mentre quello che non lo è tanti vadano a Superga per vedere la squadra. Non per sentire Buongiorno che emozionato legge i nomi perché questo è un altro momento di grande commozione, ma per vedere la squadra, per farsi fare un autografo o per farsi immortalare in un selfie e questo è allucinante come anche quello che accade durante la funzione in chiesa con i bambini che seduti intorno all’altare che alla prima occasione si alzano e chiedono autografi e selfie ai giocatori. Questo è quello che personalmente non mi ha fatto salire a Superga questo 4 maggio”.

Autografi e selfie forse è dovuto al fatto che sono passati 75 anni per cui ci sono le seconde e le terze generazioni?
“Sì, sicuro, ma non deve avvenire in chiesa perché quello è il luogo dove si svolge una funzione religiosa che ha delle regole da duemila anni. Regole che se non ci fossero nessuno più crederebbe in Gesù, nessuno ci può raccontare dal vivo chi era per questo ci sono le regole della Chiesa relative alle celebrazioni e alle funzioni per cui se si partecipa a una funzione bisogna attenersi alle sue regole, se non ti piacciono si sta fuori: non c’è problema”.

Chiedere autografi e fare selfie è anche figlio del tempo di oggi.
“Certo, ma fuori e non in chiesa. Non riesco a darmi pace di questa cosa”.

E forse in un certo senso spiega, tra mille virgolette, anche perché qualche giocatore non abbia nei confronti dei propri tifosi il rispetto dovuto visto che senza i tifosi il calcio muore?
“Certo, ma ne siamo proprio sicuri? Perché con le televisioni che trasmettono tutte le partite i tifosi possono stare tranquillamente seduti sul divano e il calcio può andare avanti lo stesso. Siamo noi innamorati di quel calcio che non c’è più, noi che andiamo allo stadio e che amiamo il contatto con i giocatori ed ecco perché abbiamo fortemente voluto la ricostruzione del Filadelfia, poi dopo la ricostruzione non è comunque avvenuto e chissà se mai avverrà, ma questa è un’altra cosa. E’ vero è figlio dei tempi, ma se questi tempi fanno sì che i ragazzini e anche gli adulti vadano a farsi i selfie con i giocatori a Superga allora non ci stupiamo se poi la gente passa sopra a tutto: ci prendiamo gli insulti dei giocatori e ce li teniamo, tanto alla stadio andiamo lo stesso. E’ molto triste”.

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