Mai senza Dimarco! Parola di Claudio Nassi
Finalmente è sembrato di vedere un miglioramento nella Nazionale. Non tanto per la vittoria su un Belgio in tono minore, viste le assenze, ma per aver confezionato un undici con un solo punto di riferimento: Retegui. D'accordo, importante era coprirsi. Obiettivo minimo il pari. Ottimi in difesa, con Di Lorenzo tornato alla miglior condizione, oltre a Buongiorno e Bastoni, e con Retegui ad aprire varchi per gli inserimenti dei centrocampisti. Ma la forza del 3-5-1-1 stava nel mezzo, con Dimarco e Cambiaso esterni, Frattesi, Rovella e Tonali, più Barella. Non ho capito la posizione dell'interista, nonostante gli sforzi per spiegarla. Non sono per le invenzioni in Nazionale. Non accettavo Barella più vicino a Retegui di Frattesi, ma chi li segue ogni giorno ha diritto alle scelte. So che l'avversario era lontano parente della squadra del passato, ma due esterni come Dimarco e Cambiaso non so quanti possano schierarli, eppoi un centrocampo a sei, nella zona dove si decidono le partite, invitava a sognare. Non mi esalto per la prestazione, ma sono ottimista, anche se mancherà qualcosa sulle palle inattive.
Se, invece, guardo la panchina, rimango stupito per la contemporanea presenza di Comuzzo, Savona, Pisilli e Maldini. Giovani più che interessanti, ma in Nazionale dovrebbero giocare i migliori del campionato, indipendentemente dall'età. Bisogna vincere e risalire le posizioni. I quattro avranno tutto il tempo per vestire la maglia azzurra. Fare il talent scout non è il lavoro del selezionatore. Ne abbiamo avuto già uno. Ricordo Zaniolo e Pafundi. Ritengo un compito difficile assemblare la squadra, ma sarà più semplice ricoprire il ruolo abituale.
C'è poi una cosa che stento a comprendere e sono le sostituzioni, non solo in Nazionale, di Dimarco. Quanti hanno il suo sinistro? Seppoi contate gli assist, anche da posizioni impossibili, viene da chiedere perché. E' una spina nel fianco di ogni difesa, ha 27 anni, non credo abbia autonomia limitata a 50', 60' o un tempo. Ricordo quando si insediò Spalletti alla guida degli azzurri, con i fidi Domenichini e Baldini. Telefonai al secondo, mio ex calciatore, perché Dimarco stesse sempre in campo, anche col braccio al collo. Non era scritto in un annuario tecnico-statistico, al "settimo comandamento": "Il calciatore capace di servire assist a ripetizione vale quasi quanto un cannoniere"? E i regali, agli avversari, non si fanno!