28 giugno 1958, Pelè diventa Mito già a diciotto anni. Due gol e un sombrero magico
Il 28 giugno del 1958, allo stadio Rasunda di Solna, c'è la finale della Coppa del Mondo. La prima finalista è la Svezia, padrona di casa, con gli italiani Gustavsson, Hamrin, Gren, Simonsson, Liedholm e Skoglund. Dall'altra c'è Pelè, nuova Perla Nera del calcio Mondiale, otto anni dopo la sconfitta del Maracanazo contro l'Uruguay.
Il Brasile diventa per la prima volta Campione del Mondo, grazie al diciassette Pelè. La doppietta ne alimenta il mito, già presente in quell'anno. I verdeoro erano ampiamente favoriti, nonostante le ottime prestazioni degli scandinavi, ai quarti nel 1934, in semifinale nel 1938 e al terzo posto del 1950. In semifinale la Svezia aveva battuto la Germania per 3-1, ma la formazione del Brasile è da sogno: Gilmar; Dyalma Santos, Bellini, Orlando, Nilton Santos; Zito, Didi; Garrincha, Vava, Pelé, Zagallo.
La maglia del Brasile era azzurro e verde, dopo che la monetina consegnò al fato (e alla Svezia) le maglie gialle con pantaloncini blu. Niente cheerleader a bordo campo, dietro richiesta da parte dei sudamericani, perché avrebbero generato confusione cromatica. L'inizio premia gli svedesi con la rete iniziale di Liedholm. È però un fuoco di paglia. Garrincha regala l'assist dell'1-1 a Vava. È l'inizio di una sinfonia, interrotta solo da una carambola respinta da Zagallo sulla linea. Poi ancora Vava a fissare il 2-1 del primo tempo. È nella ripresa, all'undicesimo, che arriva uno dei gol del secolo: Nilton Santos per Pelè che aggancia, salta il difensore con il sombrero e poi di destro manda alle spalle di Svensson. Forse è qui che diventa O'Rei. Zagallo poi cala il poker, Gustavsson porta sul 4-2, ma il punto esclamativo (e definitivo), è ancora di Pelè, di testa. Ad alzare la Coppa Rimet è capitan Bellini.