…con Francesco Facchinetti
Francesco Facchinetti sbarca ufficialmente nel mondo del calcio. Il manager musicale è ufficialmente agente Fifa, avendo superato l’esame. Facchinetti può operare quindi a pieno titolo nel mondo del calciomercato. E TuttoMercatoWeb ha raccolto in esclusiva le sue sensazioni dopo il traguardo raggiunto.
Facchinetti, è tutto vero: adesso è agente Fifa.
“Dall’esterno qualcuno potrebbe pensare che io voglia divertirmi… mi ritengo una persona seria, ho un’azienda che nel mio campo è leader. E studio il mondo del calcio da diverso tempo, cinque-sei anni. Era importante ottenere questa licenza per dimostrare che questa cosa l’ho presa seriamente”.
Com’è stato l’esame?
“Circa seicento pagine che riguardano il nuovo regolamento Fifa. C’è stata un’integrazione rispetto al primo esame dove sono stato bocciato facendo sei errori su cinque consentiti. Di fatto le cose più importanti all’interno del test sono quelle del rapporto tra agente e giocatori e agente e squadra. O anche giocatore e squadra. Questo esame riguarda tante cose che poi vai a trovare nel lavoro quotidiano. Tutte le domande vertono su qualcosa che effettivamente poi si andrà a fare”.
A promozione ottenuta, i messaggi che le sono arrrivati dal calcio?
“Morgan De Sanctis è uno di quelli che mi ha più martellato. Mi ha scritto ‘finalmente sei libero di operare sul mercato internazionale’. Mi ha inviato un bel messaggio Pantaleo Corvino, così come Giorgio Perinetti e Andrea Berta. Pradé mi ha fatto una battuta che non posso dire (sorride, ndr). Direttori e presidenti mi hanno aiutato in questo periodo così come qualche agente, straniero ma non italiano. E adesso che ho la licenza voglio raccontare una storia”.
Prego.
“Conosco tanti agenti e ho lavorato con loro per altri motivi non legati al calcio. A loro ho fatto tanti favori, dai biglietti dei concerti per i miei artisti a tanto altro. Non c’è stato un procuratore italiano che mi abbia dato una mano… Gente con cui ho anche dei business. Non c’è stato uno che mi abbia detto ‘se vuoi ti insegno qualcosa’. All’estero ho fatto parte di tante operazioni di mercato, in Italia tra i procuratori nessuno mi ha mai dato un’apertura. Tranne rarissimi casi, quando ci siamo incontrati mi hanno quasi schifato. Peccato, sarebbe stato bello collaborare insieme per fare qualcosa all’estero. Avrei potuto far fare loro molti soldi, visto che a tanti interessa questo”.
Perché questa resistenza da parte dei procuratori italiani?
“Non lo so e me lo chiedo anche io. Un procuratore non può stare su tutto il mercato, bisogna collaborare. Dai direttori sportivi ho avuto grandi riscontri, non so il perché questo comportamento da parte dei procuratori italiani con cui ho cercato un dialogo. Ma davvero, all’estero mi sono ritrovato a dialogare con le più grandi multinazionali del calcio”.
Comunque adesso viene il bello.
“Avevo promesso che ci sarebbe stata una grande cosa. Io le promesse le mantengo, nell’arco delle prossime settimane racconteremo cosa abbiamo pensato in questi mesi e cosa faremo. Preparatevi: il meglio deve ancora venire".
Lei viene dal mondo dello spettacolo. E in un certo senso il calciomercato è anche spettacolarizzazione degli affari.
"Il procuratore non deve soltanto guadagnare soldi ma anche fare in modo che sul rettangolo di gioco ci sia spettacolo. Mi sono ritrovato a vedere giocatori in una squadra realizzati e ad essere felice per loro. L’agente non deve solo creare economia, ma anche pensare a crescere dei campioni e costruire storie di successo”.
In Italia però la licenza da agente Fifa non basta…
“Qui si apre una discussione infinita. Nel rispetto della FIGC e del CONI, se esiste un ente superiore - quindi la Fifa - che delimita un percorso bisognerebbe in qualche modo capire come dialogare. Non voglio soffermarmi se sia meglio l’esame Fifa o quello italiano, sono due esami differenti: uno - quello italiano - verte sul diritto; l’altro invece verte più su ciò che si fa sul campo”.
Farà l’esame FIGC?
“Spero entri in vigore quello Fifa. O che ci sia un dialogo con tutte le parti. Una cosa su cui sicuramente non concordo è che la Fifa stabilisca quanto devo guadagnare da un trasferimento. Ciò dovrebbe essere stabilito dalle parti con buonsenso. Comunque il mio esame varrebbe per quasi tutti i Paesi tranne per l’Italia. In ogni caso, se necessario, sono pronto a sostenere anche l’esame italiano da agente”.